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Pitagoriko

02 Aug, 23:16


OLIMPIADI: L’OMBRA LUNGA DI SOROS

Nulla di ciò che sta accadendo a Parigi è casuale. Non ci sono “gaffes” da parte dell’organizzazione, non ci sono “distrazioni procedurali”, come non ci sono stati “errori di comunicazione” nella cerimonia di apertura. Era tutto assolutamente previsto e calcolato, fino all’ultima virgola, comprese le polemiche. Anzi, soprattutto le polemiche.

Lo scopo era proprio quello di “rompere”, di provocare, di spingere i confini del comune sentire ben oltre i limiti attuali, proprio nel nome di quella “società aperta” che da molti anni ormai è diventato il mantra di George Soros e dell’elite globalista capeggiata da Klaus Schwab.

Secondo questa filosofia, nessuna ideologia può ergersi ad arbitro della verità, mentre i diritti individuali vengono messi al più alto livello nella scala dei valori, a discapito di tutti gli altri, e della tradizione stessa.

La teoria “gender”, con tutto quello che ne consegue, è la figlia primogenita di questa filosofia, che mentre si ammanta di senso di giustizia universale, nel pretendere di difendere i diritti individuali, mira a scardinare le fondamenta stesse della società.

Ecco quindi, nella cerimonia d’apertura, la dissacrazione dell’Ultima Cena con la volgarità, insistita e sottolineata, di una banda raccogliticcia di transessuali e travestiti senz’arte nè parte. Ma che qualcuno ha certamente selezionato con grande cura e agghindato con attenzione, prima di mandarli in mondovisione.

Ed ecco che, nel corso delle competizioni, una “pugile algerina” dai forti tratti maschili viene impunemente autorizzata a battersi con una pugile italiana (chiaramente donna), nel nome di presunti “requisiti olimpici”, tutt’altro che trasparenti, che sarebbero stati rispettati. Poi però, se si chiede di vedere i dati scientifici che garantirebbero lo status “femminile” del(la) pugile in questione, ci si scontra con il “diritto alla privacy” dell’atleta stesso. E così crolla un altro pilastro della nostra società, quello che voleva gli sport maschili e femminili rigorosamente separati uno dall’altro.

Ricordiamolo: è nella filosofia della “open society” quella di demolire sistematicamente i pilastri della nostra cultura condivisa e comunemente accettata. E questi episodi alle Olimpiadi ci stanno riuscendo in pieno.

Vi prego, non commettete l’errore di pensare che si tratti solo di “strafalcioni procedurali”, di “distrazioni organizzative” o di “incompetenza professionale”. E’ tutto calcolato al millesimo, e il gioco gli sta riuscendo in pieno, proprio grazie alla stupidità dei giornalisti nostrani, che si fermano a discutere sui cromosomi degli atleti, e non si sforzano di capire invece il mostro che si agita nell’ombra.

Massimo Mazzucco

Pitagoriko

11 Jul, 19:49


Operai che lavorano nei cantieri, sotto il caldo, tra fatica e bitume.

Come mai le femministe non rivendicano le "quota rosa" anche nei cantieri?
Il perché è facilmente comprensibile, e non scomodiamo la "forza" e la "resistenza" alla fatica. La verità è che il femminismo militante, cioè quella posizione ideologica frutto della cultura del piagnisteo che reclama sempre più "diritti" ed "eguaglianza" (ma a geometria variabile), è una posizione intellettualmente disonesta.
Queste femministe vogliono fare le poliziotte ma in miniera non ci tengono proprio ad andarci.

EG

Pitagoriko

11 Jul, 19:47


La morte del bracciante indiano, lasciato barbaramente a morire dissanguato dopo un incidente sul lavoro che gli ha amputato un braccio, è un evento che io considero aberrante e allo stesso tempo il manifesto delle fondamenta dell'economia moderna.

Oltre a dimostrare la bassezza umana che si può raggiungere per il profitto, dimostra l'ennesima volta quali sono le reali necessità del "mercato".

Mi spiego.

Per un paio di giorni tutti hanno berciato sul caporalato e sullo sfruttamento del lavoro dei migranti, ma ormai questo odioso crimine sta già sparendo dai radar.

Tutti diranno che bisogna combattere il caporalato anche se non faranno nulla. Danno il permesso di soggiorno alla moglie, due strette di mano grazie e arrivederci.

QUESTO PERCHÈ NON VOGLIONO FARE NULLA.

Nessuno viene veramente perseguito quando è utile alla svalutazione dei salari. Nessuno ferma il lavoro nero, per di più quello dei clandestini, perchè svaluta i salari. Nessuno combatte il caporalato, perchè svaluta i salari. Nessuno ferma l'immigrazione, perchè svaluta i salari.

Ma sappiamo benissimo, come il covid ha ampiamente dimostrato, che se stai infrangendo i dogmi del sistema liberista, il potere ti viene a cercare, anche se sei un vecchio che ha fatto 4 metri di spiaggia a piedi da solo durante il lockdown. Per non citare il trattamento riservato ai portuali di Trieste.

Se il potere vuole reprimere qualcosa, lo reprime senza problemi.

Altrimenti non lo fa. Quindi non ferma il lavoro nero e lo sfruttamento perchè non vuole.

Come non ferma le borseggiatrici sulla metro a Milano perchè non vuole. Perchè mentre tu ti svegli ogni giorno con il pensiero di non farti fregare il portafoglio da della feccia umana non hai tempo di riflettere su chi ti sta veramente fottendo la vita.

Ma se qualcuno prova a toccare queste abili manoleste il potere arriva con tutta la sua forza per stritolarlo, per lasciare ai criminali il diritto a delinquere.

Come l'imprenditore colpevole della morte del bracciate è rimasto impunito e libero dopo accuse e indagini che risalgono ormai a un decennio fa, nonostante facesse tutto alla luce del sole.

Nel frattempo però il TG1 ha fatto un bel servizio su come l'inflazione è causata dai concerti di Taylor Swift che fanno aumentare prezzi di beni e servizi nelle zone di passaggio.

Sipario.

Pitagoriko

19 Jun, 06:50


Appuntamento domani, alle 8 e 30, con una nuova puntata di TeleRagione.

La mia patria si chiama multinazionale - TeleRagione

Pasolini è morto perché aveva capito tutto. Aveva intuito con larghissimo anticipo che la classe politica stava per essere sostituita da un potere profondo transnazionale che agisce sul modello della Compagnia delle Indie.

"Una classe dirigente intellettualmente inetta, incapace quindi di vedere le cose con un minimo di autonomia critica, si accomoda sulla poltroncina con una certa soddisfazione, in attesa che la guerra cognitiva messa in campo dal potere finisca di portare all’ammasso i cervelli della nazione, e con essa le speranze e il futuro. Una massa ormai ridotta al punto di vedere cospirazioni ad ogni angolo di strada, si perde in grotteschi deliri di commissioni nazionali d’inchiesta sugli interessi russi in Italia. Non riescono a vedere, i poverini, che interessi stranieri determinano effettivamente ogni giorno la politica Italiana fin dallo sbarco in Sicilia del Luglio 1943, organizzato insieme alle mafie. Ma che questi non sono mai stati russi: in Italia sono sempre stati, e ancora sono, americani: americanissimi. Dopo la fase di formazione e crescita postbellica, questi interessi entrano definitivamente in campo con gli omicidi di Enrico Mattei nel 1962 e di Pasolini ne 1975: i due delitti, entrambi di stampo mafioso come gli altri della lunga scia di sangue che ne seguì, sono collegati: Pasolini fu ucciso mentre stava svelando in 'Petrolio' il volto del nuovo potere, che egli rappresenta plasticamente proprio nella transizione dell’ENI da Enrico Mattei a Eugenio Cefis. [...] Era allora l’Italia in posizione molto simile all’Ucraina di oggi, terreno di confine tra i due blocchi contrapposti. E basta leggere il discorso di Cefis all’Accademia Militare di Modena del febbraio 1972, il Piano di Rinascita Democratica di Gelli e il Great Reset di Klaus Schwab per vedere che il progetto è, mutatis mutandis, sempre lo stesso: cessazione degli stati nazionali in favore di istituzioni tecniche globali/regionali (sul modello della UE), decisione pubblica ricollocata nella grande impresa multinazionale e colonizzazione/asservimento della politica (il 'misto' di Cefis/Troya di cui parla PPP in 'Petrolio'), costituzione di un esercito sovranazionale con funzioni essenzialmente di intelligence, controllo sociale assoluto attraverso la trasformazione della cittadinanza in servaggio.
In quest’ottica, il Nuovo Ordine Mondiale di Klaus Schwab si può definire in breve come una riedizione delle visioni piduistiche di Cefis/Gelli aggiornate alla migrazione digitale. Questo progetto eversivo che oggi si sta prendendo il mondo ogni giorno più rapidamente davanti ai nostri occhi, è sostanzialmente il medesimo che ha connotato la vita del Paese fin dal secondo dopoguerra. Serve infatti sempre gli stessi interessi, quelli delle élite finanziarie anglo-americane, rappresentati fedelmente dai governi infiltrati della UE e dell’Italia a trazione PD negli ultimi due anni. E non possiamo neanche sorprendercene: Pasolini questo potere lo vide arrivare mezzo secolo fa, e lo descrisse lapidariamente così nell’Appunto 126 di Petrolio: «i veri fascisti sono ora in realtà gli antifascisti al Potere».
Questo progetto è davvero, essenzialmente, il prodotto di 'interessi stranieri' nel nostro Paese".

Sergio Porta.

https://youtube.com/live/UhMIqV5WUmg?feature=share

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Pitagoriko

16 Jun, 16:25


Ennesima censura liberale: Twitch chiude il canale della TV nordcoreana. Il “mondo libero” teme le informazioni sugli “Stati canaglia”.

Pitagoriko

16 Jun, 16:24


Succinilcolina: eutanasie forzate
di @coronazismo

Oltre al Midazolam, di cui abbiamo già parlato, i coronazisti italiani hanno ucciso pazienti ignari anche con la succinilcolina

Iniziano ad uscire le prove:
"Mosca però mi ordinò di fargli Valium, Serenase e due fiale di Midarine, la succinilcolina. Io rimasi stupito. La succinilcolina senza intubazione provoca soffocamento in pochi minuti. Mi rifiutai, non volevo ammazzare le persone". Rigo si confidò con la moglie e qualche collega, tra i quali si ingenerò uno scambio di Whatsapp e telefonate. Perché pare che in molti sapessero. "Per un periodo si ragionò di una denuncia di gruppo. Ma non se ne fece nulla. A farmi decidere furono i molti racconti e più episodi. Il 21 una Oss mi riferì che Mosca aveva preso dal frigo quei farmaci per Bassi. Lei non vide nulla. Nicolosi lo trattai io: arrivò il 21 marzo con un’insufficienza respiratoria importante ma dopo l’ossigeno era migliorato. Morì all’improvviso. Lui aveva chiesto a una collega quei farmaci". Massimo Bonettini, un altro infermiere, contattò Rigo il 23 marzo dopo "un anomalo calo" dei medicinali da intubazione dal frigo: "Ma anche a te Mosca ha chiesto di fare succinicolina e propofol a chi sta morendo? -scrisse il 23 marzo su Whatsapp chiedendo di tenere il segreto - Lo sta chiedendo ad alcuni di noi, io non ci sto a uccidere per liberare posti letto"."

https://www.ilgiorno.it/brescia/cronaca/carlo-mosca-pazienti-covid-farmaci-letali-1.7100978

Tags: #eutanasia

Pitagoriko

16 Jun, 16:24


Marchio: 33x più invalidante di atomica Hiroshima
@coronazismo

Alcuni interessanti dati sulle in(o)culazioni del Marchio della Bestia negli USA

Rapporto invalidi/morti:
33.4 Marchio della Bestia
0.9 bomba atomica di Hiroshima

81% tasso di aborto spontaneo in donne incinte che hanno preso il Marchio durante la gravidanza

https://t.me/childcovidvaccineinjuriesuk/3333

Tags: #aborti #feti #invalidi

Pitagoriko

18 May, 14:46


La proliferazione di diritti particolari serve a rimuovere i diritti collettivi.
La giustapposizione di diritti speciali serve a spezzare la comune umanità.
La pubblicizzazione dei diritti di minoranza serve a dimenticare i diritti dei più e ad opprimere le maggioranze.
La recita della presunta difesa della fragilità è oggi un'arma per rendere tutti, senza eccezioni, più deboli e ricattabili.

Mi permetto un'autocitazione da un testo pubblicato qualche anno fa:

"Ciò che chiamiamo “sacralizzazione della vittima” è un’operazione etica caratteristica del trionfo della ragione liberale.
(...) Ogni negazione della libertà soggettiva è letta come un esercizio di “violenza” su un soggetto passivo, la “vittima”. La vittima entra così nella storia e nella sfera della coscienza altrui a partire dalla propria passività originaria: essa è “chi ha subito”,
e perciò chi è proverbialmente senza colpa. Nella cornice liberale la “tutela delle vittime” è perciò l’unica cosa rimasta su cui creare un simulacro di unità etica.

Ma chi sono le “vittime”? Tutti noi possiamo trovare esempi univoci di soggetti cui riconosceremmo lo statuto di vittima di certe circostanze, e che perciò ci muoverebbero a compassione. Qui tuttavia il processo di riconoscimento non ha la forma della pietà personale, ma innanzitutto quella della normatività. La vittima gioca infatti qui un ruolo di fonte normativa.

La creazione di un gruppo vittimizzato è, nella logica della ragione liberale, una mossa etica fondante. La vittima in quanto vittima acquisisce immediatamente uno statuto particolare: essa è l’innocente per definizione (nasce come passività), che perciò viene posto al di sopra di ogni giudizio; mettere in discussione la sua condizione di vittima sarebbe un gesto moralmente imperdonabile. Una volta che qualcuno è riuscito ad accreditarsi nella posizione di “vittima” (o è stato così accreditato da altri), esso acquista quell’autorità morale che nella società moderna è stata sottratta a tutte le altre voci, che per definizione esprimono solo “opinioni personali”. (...)

Così, la nostra epoca non conosce “credenze fondative”, come in altre epoche sono state le varie diramazioni del “sacro”, ma conosce una fede negativa nella forma della “vittimizzazione assoluta” (...). Ciò è insufficiente a determinare “chi siano i buoni” o “cosa sia un’azione buona”, ma basta a “colpire i malvagi”. Nel dibattito etico-politico contemporaneo chi riesce a giocare le sue carte in modo da apparire dalla parte della vittima, facendo perciò apparire la controparte nei panni del carnefice, ha vinto l’argomento."

Pitagoriko

18 May, 14:45


RESTAURARE L'ODIO DI CLASSE (SANGUINETI)

Bisogna restaurare l’odio di classe.
Perché loro ci odiano, dobbiamo ricambiare.
Loro sono i capitalisti, noi siamo i proletari del mondo d’oggi: non più gli operai di Marx o i contadini di Mao, ma “tutti coloro che lavorano per un capitalista, chi in qualche modo sta dove c’è un capitalista che sfrutta il suo lavoro”. A me sta a cuore un punto. Vedo che oggi si rinuncia a parlare di proletariato. Credo invece che non c’è nulla da vergognarsi a riproporre la questione.
È il segreto di pulcinella: il proletariato esiste. È un male che la coscienza di classe sia lasciata alla destra mentre la sinistra via via si sproletarizza. Bisogna invece restaurare l’odio di classe, perché loro ci odiano e noi dobbiamo ricambiare.
Loro fanno la lotta di classe, perché chi lavora non deve farla proprio in una fase in cui la merce dell’uomo è la più deprezzata e svenduta in assoluto?
Recuperare la coscienza di una classe del proletariato di oggi, è essenziale.
È importante riaffermare l’esistenza del proletariato. Oggi i proletari sono pure gli ingegneri, i laureati, i lavoratori precari, i pensionati.
Poi c’è il sottoproletariato, che ha problemi di sopravvivenza e al quale la destra propone con successo un libro dei sogni.

(Edoardo Sanguineti, gennaio 2007; ricordiamo ricordiamo il grande poeta, intellettuale organico del proletariato, nel 14° anniversario della scomparsa, avvenuta il 18 maggio 2010)

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Pitagoriko

16 May, 13:35


❗️❗️❗️GRAVISSIMO!
I terroristi sionisti hanno massacrato Chef Rubio davanti a casa sua. Questa è la democrazia dei sionisti. Nazisti come a Gaza. Vergogna!

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Pitagoriko

16 May, 13:30


YOUTUBE CENSURA "LE MENZOGNE SULLA PANDEMIA COVID"
Un po' alla chetichella, nei ritagli di tempo libero sto ricaricando sul canale youtube Intellettuale Collettivo i video della scuola popolare di formazione politica Antonio Gramsci. Arrivato al 6° incontro, ossia il seminario tenuto il 16 aprile dello scorso anno, tenuto assieme a Andrea Zhok, Marco Cosentino e Giuseppe Damiani, quello dedicato a "Le menzogne sulla pandemia covid", arriva la rimozione del contenuto.
La contestazione riguarda il passaggio in cui si parla degli intrecci tra Bill Gates e l'OMS.
Naturalmente ho fatto ricorso.
Per i curiosi i contenuti si trovano ancora qui: https://intellettualecollettivo.it/le-menzogne-sulla-pandemia-covid/

Pitagoriko

13 May, 18:03


Questi sono attivisti israeliani che hanno bloccato al valico di Tarqumiya i camion di aiuti umanitari diretti a Gaza, distruggendone il contenuto.

Ora, che la strategia di Israele sia quella di rendere la striscia di Gaza un deserto inabitabile, di rendere fisicamente impossibile la vita ai palestinesi ovunque nei territori occupati, è esplicito.

Sono stati fatti arrivare lavoranti a basso costo per rimpiazzare le maestranze palestinesi che riuscivano a sbarcare il lunario in Israele.
I bombardamenti hanno preso sistematicamente di mira edifici vuoti, privi di valore militare, ma rappresentativi come università, ospedali, uffici pubblici.

I coloni, con la copertura della polizia, hanno ripetutamente attaccato e distrutto piccoli esercizi commerciali nella West Bank.

Gli aiuti umanitari sono stati trattenuti spesso con le più svariate scuse e quando permessi, come in questo caso, sono stati boicottati informalmente da "attivisti".

Il senso dell'operazione è chiaro: mentre i bambini fatti a pezzi sono decisamente inestetici per le finalità propagandistiche di Israele, gente che un po' muore di stenti fuori campo e un po' decide di andarsene per salvare quel che resta delle proprie famiglie sono più facilmente metabolizzabili, meno urtanti, più facili da ingoiare nel vasto dimenticatoio delle coscienze occidentali.

Quello che mi chiedo è se quest'oscenità in mondovisione potrà riuscire.
Naturalmente il fatto di potersi giovare dell'appoggio americano e dunque del sostegno del più potente apparato propagandistico e mediatico al mondo è una garanzia potente di successo.
Dopo tutto non dobbiamo mai dimenticare che, in ultima istanza, noi oggi riusciamo ad essere mossi a disgusto dalla "Notte dei Cristalli", o ad indignarci per le vicende del ghetto di Varsavia perché alla fine i nazisti la guerra l'hanno persa.

Ma qui, non essendoci alcun 9 maggio 1945 in vista, a scrivere la storia delle stragi sarannogli stessi che le hanno promosse e difese.
E allora forse lo sdegno rimarrà in circolazione solo nei circuiti clandestini, nelle parole dei "descamisados" alla periferia dell'impero, nei vicoli sempre più stretti della controinformazione, finché tutto verrà obliato nel prossimo Eurovision.
Forse.
O forse no.

Forse la periferia dell'impero sta facendone già scricchiolare il centro, forse i circuiti clandestini usciranno a testa alta dalla clandestinità, forse le corrotte ammiraglie dell'informazione ufficiale affonderanno ingloriosamente e lasceranno spazio ai pochi giornalisti rimasti con la schiena dritta.
Forse qualcuno ricorderà il male fatto e lo condannerà, ricorderà gli innocenti sacrificati e li onorerà.
Forse una volta di più l'arroganza di chi si immagina "Herrenrasse" finirà nella polvere.
Io ci credo.

Pitagoriko

29 Apr, 20:07


IL PARADOSSO DEL TOTALITARISMO

Da tempo la strategia narrativa neoliberale, di matrice angloamericana, passa attraverso due mosse:

1) il tentativo di definire il mondo liberale come l’unico mondo possibile, per cui, nel lungo periodo non c’è alternativa (da Fukuyama alla Thatcher), e

2) il tentativo di sussumere tutte le forme di vita, tutte le organizzazioni politiche e tutti gli impianti culturali che pretendono di non ridursi al paradigma liberale come “illiberali-e-dunque-totalitari”.

Finiscono così nel calderone degli “illiberali-e-dunque-totalitari” ogni religione che pretenda di essere più che fatto privato (es.: l’Islam), tutti i paesi che pretendono di mantenere sovranità senza genuflettersi all’impero americano (Cina, Russia, Iran, Corea del Nord ma poi anche, a seconda di come girano i governi, Cuba, Venezuela, Bielorussia, Ungheria, Serbia, Sudafrica, ecc.), e poi tutte le ideologie che hanno storicamente rigettato l’impianto liberale (socialismo/comunismo in primis, conservatorismi pre-liberali dove esistono, e nella modesta misura in cui hanno elaborato una teoria, i fascismi tra le due guerre).

Naturalmente gli elementi che compaiono in questo calderone presentano, a chi voglia prendersi la briga di guardarli da vicino, una miriade di soluzioni politiche, istituzionali e culturali diverse, ma questo per la narrazione neoliberale è irrilevante: su di essi ricade la scomunica dell’“illiberalità-e-dunque-totalitarismo”.

Ci si ritrova così con il seguente quadro, altamente ironico, per cui il liberalismo, l’unica ideologia che si pretende l’ultima e definitiva verità della storia, da estendersi in forma planetaria, denuncia tutte le altre culture e soluzioni politiche della storia come “totalitarie”. In sostanza l’unica cultura che oggi ha pretese realisticamente totalitarie denuncia tutti gli altri come totalitari.

E siccome in una visione totalitaria, ciò che appartiene alla propria ortodossia è per definizione il Bene, le società liberali (oggi neoliberali) riescono con perfetta serenità e buona coscienza a prodursi in spettacolari doppiopesismi, in un profluvio di doppi standard, perché i nostri delitti sono errori contingenti, i vostri ignobili abiezioni, i nostri massacri sono danni collaterali, i vostri espressione di malvagità innata, le nostre proteste interne sono tafferugli di minoranze ingrate, le vostre sono manifestazione popolare di un anelito alla libertà, ecc. ecc.

La denuncia neoliberale di “tutti i totalitarismi” è la perfetta esemplificazione del proverbiale bue che dà del cornuto all’asino.

Pitagoriko

24 Apr, 07:28


Qualche sera fa nel salotto borghese di Cairo, il covo di meastrini chiamato Propaganda Live, è intervenuto Antonio Albanese facendo la ramanzina alla "sinistra" colpevole di non "frequentare il nostro tempo e la gente". Qua è essenziale la distinzione ripresa nei titoli delle clip che immortalano il momento in cui l'epifanico Albanese ci rende eruditi dell'ovvio. Il tempo "è il nostro" (il suo e dei suoi pari classe) mentre la gente è un brodo di individui a contorno del "nostro tempo". Albanese indica la via, ma fa ombra alla luna col dito rivelando quella che sembrerebbe una contraddizione di una forza politica che dovrebbe essere dalla parte della "gente" ma è invero (dico io) "demofoba".

Albanese come Croce col fascismo fa 30, ma non fa 31. Non è dissonanza cognitiva o una contraddizione; semplicemente se non fa cose di "sinistra", per gli interessi del popolo, ma li fa per la borghesia, quella non è sinistra. Tutt'al più è una sinistra borghese che truffa il popolo con temi socialisteggianti di sovrastruttura, senza mai intaccare la spina dorsale dei modi di produzione capitalistici e privati, credendo il popolo una massa di disadattati, sfruttandone il consenso retto sulla truffa.

Antonio Albanese ricorda i socialdemocratici, "la sinistra", che dopo aver mendicato internazionalismo ha portato il proletariato tedesco a scontrarsi con quello di tutta Europa nel primo conflitto mondiale? A superare la dicotomia sinistra-destra ci hanno già pensato i padroni, da tempo, da quando alla destra, naturalmente borghese, è stata affiancata la sinistra borghese samaritana, al solo scopo di picconare gli interessi popolari che potrebbero essere soddisfatti da economia e prassi socialistica. Uno scenario che vedrebbe perire qualsiasi classe dirigente borghese che basa il potere sulla delegocrazia del "poi ci pensiamo noi", forte della privazione dei singoli di strumenti di emancipazione politica utili ad indagare il movimento della storia e svelare le contraddizioni. La borghesia camuffata, unita contro il rischio di germe socialista.

L’assorbimento totale della sinistra dei padroni oggi non è che la ripetizione politica di un ennesimo esercizio, acuito dalla centralizzazione del capitale che teme l'esplodere di contraddizioni che aprono al socialismo reale. Dobbiamo liquidare i signori, chi si camuffa con lo smalto quanto i loro compari conservatori, che con il consenso conservano il medesimo privilegio di classe, fargli sponda con la morale permette loro di rifarsi una verginità.

Parlo al vento. Albanese non può capire, la sua è una messinscena sinceramente classista. Albanese è la borghesia. Un samaritano della ZTL che propone di abbassarsi francescanamente a parlare con la "gente" che si guadagna la giornata ogni giorno. Albanese è uno che guarda dall’alto al basso il popolo. Uno di quelli che studia la lingua e la mimica della gente semplice per interagirvi come fossero creature speciali. Creature che lo spaventano perché sa bene che se avessimo la vostra coscienza di classe potremmo rivoltarci e maciullarvi, perpetrando contro di voi lo stesso furto che subiamo a causa della discriminante di essere usciti dall’utero sbagliato.

Da qui l’esigenza esistenziale e la foga di taluni come Albanese di mettere il guinzaglio al popolo con giochetti moralistici e intellettualoidi, mettendogli in testa di cosa avrebbero bisogno, con i dovuti limiti e prima d’altri coreograficamente sgraditi o più imbarazzanti.

Intendiamoci, non è una colpa da estirpare lo status che Albanese ha di privilegiato e quello dei suoi amici di salotto, è analisi concreta della situazione concreta. Chi è popolo non si pone il problema di parlare con se stesso; continui Albanese a fare quello che fa per la sua classe, non sorprenda, ma il popolo non abbocchi. Noi dobbiamo preoccuparci di non dare più credito al privilegiato di turno che dall’alto della sua presunta purezza, garantita da una rendita, indichi di cosa avremmo più bisogno. Già perché sarebbe una truffa, gli interessi del popolo non coincideranno mai con quelli di chi non ne fa parte.

Pitagoriko

24 Apr, 07:13


🇨🇳🇺🇸 FT: LA CINA METTERÀ FINE ALL’EGEMONIA DEL DOLLARO
La Cina passerà a una politica monetaria indipendente, che distruggerà l’attuale sistema monetario internazionale. Il regime di targeting del tasso di cambio, limitando la crescita dell’offerta di moneta rispetto alla crescita complessiva del debito, ha spinto Pechino a livelli sempre più elevati di rapporto debito/PIL. È giunto il momento che le autorità cinesi prendano in mano le leve monetarie per garantire una maggiore crescita del PIL nominale.
Ciò significa consentire al tasso di cambio di adeguarsi al livello di crescita dell’aggregato monetario ampio necessario per alleggerire il peso della Cina. L’attuale sistema monetario internazionale cesserà di esistere quando la Cina otterrà la piena indipendenza monetaria. Fonte: Russell Napier, Financial Times, 18 aprile 2024

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