🎙️Dall'intervento dell'Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Alexey Paramonov alla presentazione del libro "Le vere cause del conflitto russo-ucraino" pubblicaro da Visione Editore
(23 ottobre 2024, villa Abamelek)
• Il grande merito di questa iniziativa editoriale risiede nel fatto che prende le distanze dalla tendenza alla semplificazione che, ultimamente, sembra dominare la sfera della politica globale. È animata piuttosto dal desiderio di analizzare e spiegare nel dettaglio le cause e gli antefatti della tragedia che oggigiorno vediamo imperversare nell’Europa dell’Est.
• Anche nelle attuali circostanze, caratterizzate dal dominio assoluto della propaganda all’interno dei media occidentali, a farsi strada con tenacia sempre maggiore è la comprensione che l’Operazione Militare Speciale avviata dalla Russia nel febbraio 2022 aveva l’obiettivo di porre fine al conflitto in corso nell’Ucraina sud-orientale, conflitto scatenato dalle nuove autorità al potere in Ucraina contro una parte del loro stesso popolo. Come sappiamo, la Crimea, la Repubblica Popolare di Lugansk, la Repubblica Popolare di Donetsk e, in seguito, anche le regioni di Zaporozhye e di Kherson si sono rifiutate di piegarsi al regime nazionalista giunto al potere a seguito del colpo di stato anticostituzionale, sostenuto dall’esterno, che ha avuto luogo nel 2014. Dopotutto, sin dai primi giorni al potere, i nazionalisti si erano imposti di ripulire l’intero territorio ucraino da tutto ciò che c'era di russo: le persone, la lingua, la storia, la religione e i valori. È stato proprio così che ha avuto inizio il conflitto interno in Ucraina, costato la vita in otto anni a 14.000 civili e a quasi mille bambini.
• L’Ucraina attuale è un triste esempio di ciò che accade a un Paese che si sia lasciato sottomettere a ingerenze esterne mirate a influenzare le dinamiche interne del suo sviluppo, nel momento in cui tali forze esterne decidono di imporre una scelta geopolitica forzata e innaturale. Tra l’altro, a seguito della dissoluzione dell’URSS, nel 1991, la nuova, moderna Russia, a prescindere da ciò che se ne dice, non aveva motivo di rimproverarsi alcun tipo di condotta espansionistica. Al contrario, Mosca era pronta anche a diventare parte dello stesso Occidente, ma ha ricevuto in tal senso un sonoro rifiuto, per non dir di peggio. Nel frattempo, le strutture occidentali, ossia la NATO e l’UE, hanno dato inizio al loro infido avanzamento verso i confini della Russia.
• Il Presidente Vladimir Putin ha concluso il suo articolo del 2021 con queste parole: “La Russia non è mai stata e non sarà mai 'anti-Ucraina'”. E neppure adesso lo è. Il folle, sanguinoso decennio di storia ucraina trascorso dagli eventi di Piazza Maidan del 2014 non può comunque cancellare i tre secoli e più in cui il popolo russo e quello ucraino hanno condiviso la propria esistenza. I nostri popoli sono legati da una storia e da una lingua comuni, ma anche dalla comune fede e da tradizioni culturali condivise. Kharkov, Kiev e Odessa, come altre città russe e ucraine, rimangono tuttora un lascito del grande patrimonio comune.
• Le speranze legate a una resurrezione di quell’Ucraina cristiana, ortodossa, amica, buona e amata da tutti, il cui ricordo è ancora vivo nei nostri cuori, sopravvivono tuttora. Il grande scrittore russo Nikolaj Gogol’ non fu mai del tutto sicuro di quale delle due nature prevalesse in lui: se quella russa, o quella ucraina. Ma era convinto che entrambe fossero un generoso dono di Dio e che, soltanto attraverso la loro unione e il loro divenire unitario, avrebbero potuto dare vita a qualcosa di assolutamente perfetto dal punto di vista umano.
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