[Grotte, Lidar, iPhone e 3D]
Sabato 30 Novembre sono stato nel Montello (Treviso), invitato dal Gruppo Naturalistico Montelliano e Treviso Sotterranea, per una giornata di formazione sul tema del rilievo 3D in grotta con i sensori Lidar degli smartphone.
Al mattino gli organizzatori hanno condiviso quello che hanno imparato in anni di test, prove e tentativi, attraverso applicazioni pratiche in grotta.
Nel pomeriggio ho parlato un po' delle nuvole di punti, della loro gestione in Cloud Compare e delle attenzioni durante il rilievo per ricercare il miglior risultato possibile.
Ti condivido qualche pensiero a valle di questa giornata.
Se pensi a una grotta attrezzata sei fuori strada.
La speleologia è fatta di passaggi stretti, fangosi e pieni d'acqua.
Lì dentro la logistica e quello che ti porti con te fa molta differenza.
Avere a disposizione un sensore Lidar dentro a uno smartphone a cui appoggiarsi per i rilievi è un piccolo miracolo.
Ho fatto anch'io un'acquisizione con lo SLAM ma mi sono fermato presto.
Gli spazi erano davvero stretti e il rischio di danneggiare lo strumento era alto.
Un telefono lo puoi "scafandrare" agevolmente.
Attualmente iPhone ha il monopolio dei sensori Lidar su device mobili ma qualcosa si sta muovendo.
Credo che non passerà molto prima che anche i dispositivi Android ne siano equipaggiati, movimentando il mercato.
Per far funzionare il Lidar dell'iPhone si usa anche la fotocamera e quindi serve la luce.
La frontale sopra il casco crea ombre fastidiose ed è meglio attrezzarsi con luci LED efficaci.
La portata del Lidar è bassa, 5m. È vero che le grotte sono strette, ma in alcuni casi possono diventare grandi.
Ad oggi si può solo montare lo smartphone su un'asta telescopica per avvicinarlo alle pareti, ma magari in futuro saranno “sbloccate” le potenzialità del sistema.
È importante programmare bene l'acquisizione per non rischiare di trovarsi "nei guai" durante l'elaborazione dei dati.
Abbiamo parlato della disposizione di target in zone di sovrapposizione di sessioni diverse, delle misure di controllo, della verifica di piani orizzontali per supportare le pendenze corrette.
Come molti settori "colpiti" dalle tecniche geomatiche anche quello della speleologia ne trae benefici.
Grandi benefici, se pensi a come venivano fatti i rilievi fino a qualche anno fa.
E come per ogni cambiamento ci sono gli entusiasti, gli scettici e gli ignari.
È compito (e fatica) degli entusiasti muovere i primi passi, al buio (come in grotta), condividere i risultati, i successi e, soprattutto, gli errori in modo che gli ignari diventino consapevoli e gli scettici possano cambiare idea.
Marcello Pellegrini e Massimiliano Zago hanno scritto un libretto in cui raccontano la loro esperienza nel rilievo ipogeo e il passaggio all'uso delle tecniche geomatiche. Io sono contento di aver dato un piccolo contributo agli entusiasti!
Se ti interessa puoi chiederlo qui:
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