L'invenzione di Milano. Culto della comunicazione e politiche urbane, di Lucia Tozzi. Cronopio, 2023
Questo libro è una ricostruzione puntuale e fendente di come il Comune di Milano negli ultimi dieci-quindici anni ha svenduto ai privati la nostra città, pezzo dopo pezzo, snaturandola al fine di aumentare il valore dell'immobile. Dal campetto di basket sponsorizzato Kellogg's al distopico prato sorvegliato dalla security intorno a City Life, dove i condòmini del lusso ci concedono generosamente di sederci sulle loro panchine brandizzate e sotto i loro alberelli da vivaio che inizieranno a fare ombra e assorbire CO2 tra vent'anni, fino ai progetti scellerati come la demolizione dello stadio Meazza, i palazzoni usciti da The Sims di Cascina Merlata, fino alla ben più grave dismissione progressiva delle case popolari. Nel libro si parla molto anche di Torino (la prima città italiana a intraprendere questo percorso con le olimpiadi 2006) e di Napoli. È però una lettura universale che ha messo ordine, dato un nome e un fondamento politico-filosofico al senso di malessere che la mia città mi provoca ogni volta che ci torno e ai pensieri ingarbugliati che ho cercato goffamente di esprimere negli ultimi anni. È una lettura da cui sono certa scaturiranno molte altre letture, in varie direzioni.
Qualche citazione che mi ha parlato molto:
«È noto che il lusso desertifica le città»
«Chi aderisce al programma pubblicitario universalmente imposto promuove la rendita. Chi resta militante, demistificando volta per volta le narrazioni egemoni e danneggiando l'immagine dei riqualificatori, la ostacola»
«La confusione tra pubblico e privato, tra pubblico e a uso pubblico, sottrae quindi alla cittadinanza pezzettino dopo pezzettino spazi pubblici, servizi pubblici e naturalmente case pubbliche»
«In nome di questa rigenerazione orientata al lusso e alla rendita il Comune sta perdendo, uno dopo l'altro, tutti i centri sportivi e le piscine pubbliche, le biblioteche pubbliche, i mercati comunali» - leggere l'evidenza dei fatti scritta nero su bianco mi ha fatto particolarmente male, perché la mia infanzia è stata fatta anche di tanto pubblico: il mio asilo e le scuole pubbliche, piscine pubbliche, centri sportivi pubblici, parchi pubblici, musei pubblici, piazze, strade, parchi giochi pubblici dove nessuno sponsorizzava le panchine e ci andava benissimo così. Vedere quella Milano morire, o già constatarne la morte, è terribile.
Davvero, di cuore, leggete questo libro per vedere le città e gli spazi - di dove viviamo, ma anche di dove viaggiamo - con uno sguardo completamente diverso. Se l'avete già letto o avete delle riflessioni da fare sul tema, nei prossimi giorni leggo volentieri i vostri commenti nel gruppo di discussione.
Grazie Fede per avermelo consigliato
Un abbraccio