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Benvenuti nel canale Telegram Pain de Route ☀! Se siete alla ricerca di mini storie, cose importanti, eventi e poco spam, siete nel posto giusto. Il pain de route, letteralmente "pane di strada", vi accompagnerà in un viaggio attraverso interessanti contenuti selezionati con cura. Il canale painderouteblog vi offre un mix variegato di informazioni, curiosità e intrattenimento, il tutto presentato in modo coinvolgente e accattivante. Che si tratti di storie emozionanti, fatti interessanti o semplicemente eventi da non perdere, qui troverete tutto ciò di cui avete bisogno per arricchire la vostra giornata. Non perdete l'occasione di iscrivervi e restare sempre aggiornati sulle ultime novità. Unisciti a noi su Pain de Route ☀ e inizia il tuo viaggio di scoperta e divertimento!

Pain de Route

10 Jan, 13:34


In questi mesi non vi ho più scritto niente di Socotra - non sono più tornata da novembre 2023 e l'isola mi sembra molto cambiata, così come sono cambiata io, rispetto ai primissimi tempi, 2021, 2022... Forse ha un po' perso se stessa, forse non cambierà mai, forse era giusto che ci lasciassimo. Prima o poi tornerò, ho così tante persone da abbracciare, bambini da ritrovare tra le folle dei villaggi, anche se saranno cresciuti.
Certi giorni, mi manca terribilmente vivere così, con la «malattia della felicità», come l'ha definita una volta un amico medico. La vita a Socotra è dura, faticosa e ingiusta, ma ci si ride sopra sempre, o quasi sempre.

Di queste cose ho scritto un libro intero. Sto proprio ora facendo le ultime rifiniture in bozza, col libro impaginato, le foto, le didascalie, i glossari e tutti questi deliri. Ci lavoro in silenzio da giugno in ogni momento libero, lo percepisco come un grosso fungo che è arrivato a riempire ogni centimetro cubo libero del mio cervello, gonfiandosi sempre più, e ora è pronto a uscire, anche se non so ancora bene con che forma e aspetto.

Lo vedremo il 14 febbraio :)

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10 Jan, 13:34


Nel video: di ritorno dalla spiaggia di Sho'ab, un pescatore si innamora di me e decide di cantarmi a squarciagola per un'ora (UN'ORA, sì, senza sosta) il suo canto d'amore. Di tutto ciò capisco solo «dio elbeb Nora» che significa "il mio cuore, Nora" in socotri.

a presto

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07 Jan, 16:12


https://irpimedia.irpi.eu/iraq-petrolio-eni-mancanza-acqua/

Inchiesta bellissima di Sara Manisera che ho citato nell'audio. Breve ma dritta al punto, inchioda ENI alle sue responsabilità nel sud dell'Iraq.

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07 Jan, 13:06


Podcastino sull'Iraq: pensieri dai nostri due tour mesopotamici di capodanno con storia, incontri e scenari contemporanei da Basra, sul Golfo persico, fino a Erbil, in Kurdistan iracheno

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02 Jan, 20:04


Qualche altra foto dall'Iraq!

Ultimi giorni di immersione mesopotamica prima del rientro 💫 a presto!

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22 Dec, 19:16


Ciao!

⚡️Un avviso⚡️
C'è un posto libero, forse due, per il viaggio in Iraq esteso del 26 febbraio - 9 marzo 2025 con Arianna Cerea. Da Basra a Erbil.

Info e programma

Se seriamente interessat* scrivete una mail a [email protected]

A presto, tra pochi giorni partiamo anche noi per l'Iraq con altri due gruppi :)

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19 Dec, 13:42


Avvistata stamattina questa roba oscena a Milano ovest. Il mondo sembra un videogioco distopico, se non fosse tutto tremendamente reale. Iconografia sovietica utilizzata beceramente in chiave filoputiniana, l'ombra invece ha il simbolo del battaglione Azov.

Mi chiedo come sia possibile che un manifesto del genere sia stato autorizzato. Era come quando a Roma alle fermate dell'autobus erano usciti poster celebrativi della vittoria azerbaigiana militare sugli armeni del Nagorno Karabakh, c'erano manifesti con soldati armati che celebravano umiliando gli avversari. Palesemente dovevano aver corrotto qualcuno, dopo qualche giorno erano stati ritirati.

Se sapete se/come si può mandare una segnalazione al comune di Milano provo a mandarla.

@onivas84 ti prego analizzacelo, è proprio pane per i tuoi denti

A presto!

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15 Dec, 09:01


Buongiorissimo con la newsletter di fine anno, che è doppia: una storia da Porto Said, in Egitto, e un bilancio personale di fine anno.

Ah, e domani aprono le iscrizioni ai tour primaverili, puntuali alle 19.00

Spero vi piaccia ❤️
A presto
Ele

https://open.substack.com/pub/painderoute/p/dieci-cose-piccole-2024?utm_source=share&utm_medium=android&r=1fjs6q

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12 Dec, 19:06


La storia del mikroraioni di Gldani, periferie nord est di Tbilisi, quartiere visionario disegnato negli anni '70 da un architetto di soli 27 anni, Temur Bochorishvili

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12 Dec, 18:38


Oggi scrivendo un articolo per Meridiano13 mi sono ritrovata a leggere qualche paper sul terzo masterplan di Tbilisi, in cui è nato il colossale mikroraioni di Gldani, dove è ambientato il libro Il campo delle pere, di Nana Ekvtimishvili, di cui vi avevo parlato tempo fa.

Vi lascio qualche foto e vi racconto la storia in audio.

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12 Dec, 11:22


Ciao!

Segnalo come sempre last minute perché non ce la sto facendo con la vita che se potete credo non dovreste perdervi questo concerto gratuito stasera a Milano:

Sainko Namtchylak è una delle interpreti più straordinarie di canto di Tuva, canto armonico e difonico. Nel programma c'è scritto che Tuva si trova in Mongolia, perché scrivere che Tuva è una repubblica siberiana della Federazione russa di questi tempi non sta bene, ma dovrebbero fare un ripasso di geografia.

In ogni caso, è un'occasione straordinaria di sentire un tipo di canto rituale che forse non avete mai sentito, e che vi aprirà gli occhi sulla Russia non slava: completamente diversa, lontana, lontanissima dalle cupole dorate del Cremlino.

Tutta la rassegna è incredibile in realtà, mi sono persa un'ensemble di strumenti musicali armeni qualche settimana fa ma non mi perderò Fatoumata Diawara settimana prossima.

https://lamusicadeicieli.it/evento/sainkho-namtchylakin-concerto/

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05 Dec, 14:41


Ciao!

Trip nerd-linguistico 💫

Ho finalmente imparato a scrivere in arabo (prima sapevo parlicchiare ma non scrivere) con un insegnante yemenita e ho sbloccato il mio sesto alfabeto/abjad

Posso dire? Per assurdo, più logico e facile del corsivo in russo che rimane comunque una bestia indomita specie in scrittura a mano anche dopo molti anni 😂

Il mio cervello dopo
latino (dal 1997)
greco (dal 2008)
cirillico (dal 2014)
georgiano (dal 2019)
armeno (dal 2021)
arabo (dal 2024!)

è più o meno così: 🤯🤯🤯

Gotta catch 'em all :)

La cosa più difficile incontrata ad ora è scrivere il mio nome in arabo, visto che la E e a O, cioè metà delle sue lettere, non esistono e bisogna inventarsi qualcos'altro :)

Mia recensione onesta generale:

- latino ok, è il nostro alfabeto, schematico e standardizzato, ma tra corsivo, stampatelli minuscoli e maiuscoli, lettere insufficienti pronunciate in maniere diverse (solo in italiano c, g, gl, gn, per non aprire il capitolo inglese o francese o quello diacritici di certe lingue) non è proprio super cristallino

- ελληνικά
greco ok ma ha poche lettere di fronte a un numero di suoni di uso comune che obbligano a fastidiosi gruppi consonantici, infatti il greco moderno rispetto al greco antico per me è sempre faticoso da leggere anche se avevo fatto un corso fantastico in università con una prof bravissima. Del corsivo greco ho paura solo all'idea, può migliorare

- Кириллица
cirillico molto completo e chiaro, per chi è astigmatico come me sarà per sempre un casino distinguere н e и ma vabbè, il corsivo una piaga che non ci meritavamo, tutto sommato abbastanza standard e facilmente leggibile, per me promosso

- ქართული
georgiano super chiaro e trasparente, ha mille lettere standardizzate e molto logiche ma è impossibile non leggere correttamente una parola se si conoscono i suoni perché c'è corrispondenza 100% segno-suono. Quindi, superato l'ostacolo grafico, è davvero un alfabeto efficiente. Non c'è nemmeno l'accento tonico quindi non c'è il rischio di sbagliare pronuncia in una parola (le sillabe si leggono tutte accentate allo stesso modo, per esempio Kùtàìsì), non ha maiuscole/minuscole, è pure molto bello, benché gli armeni dicano che sembrino spaghetti lanciati contro un muro

- Հայոց այբուբեն
l'armeno ci ha provato ma con risultati più scarsi rispetto al georgiano, non c'è totale corrispondenza segno-suono e le lettere sono tra loro decisamente troppo simili e scritte sempre troppo piccole e troppo attaccate. Per giunta cambiano tra maiuscole e minuscole, non oso immaginare nel corsivo. La mia idea è che basti sempre poco per renderlo più leggibile, ma vabbè. Nel 2015 in Armenia mi sembrava che ovunque ci fosse scritto uhuhuhuhu e mi spaccavo dal ridere (rido con poco, sì)

- أبجدية عربية
arabo ok hai un problema con le vocali brevi però tutto sommato sei più logico di quello che pensavo, alcune lettere sono un po' prese male e creano problemi alle altre intorno ma in fin dei conti si riesce a tenere insieme il tutto. Inaspettatamente, oserei dire, perché manco io pensavo di poterne essere capace. Non ha maiuscole o minuscole o corsivi, se ci limitiamo all'arabo standard, quindi anche se non avrò mai un nome nella tua scrittura daje tutta. Continuo a preferire alfabeti dove le lettere si scrivono staccate ma ok dai ti perdoniamo anche questo

Mi sento di aver sbloccato un'intera area del mio cervello :)

A presto!

Pain de Route

04 Dec, 21:35


Pain de Route pinned «Ciao! Ecco qui i programmi primaverili 2025 di Kukushka. Ci sono alcuni classici (Armenia, Georgia, Turkmenistan, UZ TJ) e delle novità: - un tour in Bulgaria con la mitica Giorgia Spadoni - tre fughe balcaniche, cioè fine settimana tematici a Sofia e a…»

Pain de Route

03 Dec, 21:56


[2/2]

Solo i luoghi filmati coprono un'estensione geografica notevole, che probabilmente colgono in pochi, ma il punto è che coglierlo non è importante - basta capire che va tutto considerato come un'unità e non un territorio suddiviso in tanti piccoli stati impermeabili tra loro. Quello che accomuna Baikonur in Kazakistan ai nuovi deserti in Karakalpakstan, le torri del vento zoroastriane della Corasmia alle sorgenti sacre e alle foreste endemiche di noci del Kirghizistan, le case pamiri in Tagikistan e i minareti di Bukhara col suo sostrato persiano è il rapporto ancestrale, mistico, tra le persone e la natura abitata da spiriti che non hanno smesso di parlare loro da millenni a questa parte. I culti hanno solo cambiato forme, tempi e luoghi.

Ecco, solo quell'estensione dà alla mostra una portata che travalica il passaporto uzbeco dell'artista.

Quando sono stata a vedere al cinema un'altra opera di Ismailova, l'intervistatrice italiana ha scioccamente supposto che la lingua parlata nelle immagini in movimento fosse uzbeco. Ismailova ha risposto, senza fare una piega: "veramente è tagico. A Samarcanda e Bukhara si parla tagico, perché sono aree abitate da tagichi".

La traduttrice ha tradotto in italiano, poco dopo, che "il film è in tagico perché a Samarcanda e Bukhara vive questo popolo... i tajik".

La complessità a volte è talmente semplice, da quelle parti, che a chi vive immerso in Occidente pare inconcepibile, e invece laggiù fluisce come le acque limacciose e mosse del possente Amu Darya. Le etichette non funzionano, i sillogismi falliscono: dobbiamo arrenderci davanti a una matassa che non sappiamo districare.

La cosa più istintiva che ho pensato, vedendo come Ismailova approccia il mondo intorno a lei, è che l'Asia Centrale, ma in generale proprio i luoghi, devono essere raccontati proprio così.

Dando meno importanza al luogo in sé in quanto polo attrattivo, e più in quanto anello di una catena, simile a tanti altri ma comunque unico e speciale anche nel suo essere minore. Sottolineando ciò che accomuna popoli, culture, luoghi, anziché ciò che li differenzia. Scavando in profondità nelle memorie delle persone, per bucare l'illusione che ci condanna a pensare che "sia sempre stato così". Trovare fili sottilissimi che ci collegano a tempi e spazi remoti, mentre intorno a noi tutto sembra diverso. Mostrare i luoghi attraverso le vite delle persone, i loro sguardi, i loro ricordi, creando geografie emotive. Dando spessore tragico ai luoghi, trovandone bellezza anche nelle difficoltà e nel risultato di grandi catastrofi. Allontanandosi dai cliché il più possibile. Spiegando meno, facendo immedesimare di più - perché, alla fine, è proprio questo ciò che rimane.

I posti sono limitati perché è una mostra che richiede uno spazio preciso per essere goduta e se ci fosse la folla non avrebbe senso trovarsi lì. Per me è stato un po' un teletrasporto e un modo per riconciliarmi con una regione che da molti anni mi affascina, ma che mi ha fatto anche molto male, che mi appaga e strazia, che mi esaspera e nutre insieme.

Ismailova per me è un esempio virtuoso di quello che l'Uzbekistan potrebbe rappresentare per l'Asia Centrale e il mondo intero - un luogo di scambi, di cultura e di diversità, e che invece viene svenduto a poco prezzo in una retorica nazionalista sciocca e stucchevole. Sguardi come quello di Saodat Ismailova sono fari nelle tenebre che dobbiamo rendere bandiere.

Andate a vederla, se potete.
Buonanotte, a presto

Pain de Route

03 Dec, 21:56


[1/2]

Ciao!

In questi giorni non ho ancora finito di essere oberata di lavoro - lo sono da inizio settembre, e più vado avanti, più le cose si sommano, in una sensazione di affogo - e si protrarrà almeno fino a Natale. Però una cosa volevo dirvela.

Sono stata a vedere la mostra di Saodat Ismailova all'Hangar Bicocca a Milano ed è stata travolgente, come un vero teletrasporto in Asia Centrale. È una mostra gratuita (su prenotazione), sottile e che richiede tempo, fatta di immagini in movimento - non film, non documentari, una cosa diversa, da sentire sulla pelle, dimenticandosi del tempo. Va assorbita piano piano e credo comunichi l'essenza di una regione complessa e stratificata al meglio, perché lo fa con naturalezza, senza spiegazioni, arrivando dritta al nocciolo delle cose.

[segue]

Pain de Route

02 Dec, 16:18


Ciao!

Ecco qui i programmi primaverili 2025 di Kukushka.

Ci sono alcuni classici (Armenia, Georgia, Turkmenistan, UZ TJ) e delle novità:
- un tour in Bulgaria con la mitica Giorgia Spadoni
- tre fughe balcaniche, cioè fine settimana tematici a Sofia e a Belgrado, sempre con Giorgia Spadoni, a 190€. In sostanza, noi mettiamo le guide e i trasporti, voi pensate al resto (voli, alloggio, cibo).
- mega novità! Due di questi fine settimana (Sofia Kukeri e Belgrado) sono aperti anche ai bambini e ragazzi, che partecipano gratis fino ai 12 anni, poi a metà prezzo fino ai 18.

La newsletter mia arriverà nei prossimi giorni, proprio non ce l'ho fatta a questo giro a finire tutto insieme. Mi dispiace!

A presto

kukushkatours.it

Pain de Route

30 Nov, 19:50


Ogni volta che c'è una sciagura in treno - sono su un regionale per Torino che viaggia con 70' di ritardo per sovraffollamento + intervento forze dell'ordine dopo che il treno precedente è stato soppresso per un guasto - mi stupisco di quanto la situazione da si salvi chi può avvicini le persone e le spinga ad aprirsi, chiacchierare e confidarsi. Succede sempre, senza eccezioni, e ogni volta scopro storie incredibili.

Le tre persone sedute intorno a me sono una giovanissima ragazza russo-francese in servizio civile in Italia, un ragazzo tunisino che lavora a Borgomanero e un anziano signore di Chivasso, ex ferroviere ed ex alpino di ritorno da Bergamo, dove è ricoverata la moglie.

A parte la combo linguistica assurda (sono riuscita a parlare in arabo, russo, inglese e italiano senza cambiare posto a sedere 😂) per cui mi sembra davvero di avere un magnete, e il crimine verso Trenitalia e la più totale assenza di qualsiasi comunicazione, porto a casa un po' di calore umano, belle storie da altri mondi, altri tempi, persino dal futuro, con tutte le ambizioni e i sogni di questa ragazza giovanissima di Bordeaux. Inizio a credere che ci sia della predestinazione in tutto questo :)

Un abbraccio e a lunedì con i programmi di Kukushka, se riesco a finirli in tempo e se mai arriverò a destinazione 😂 a questo punto mancano solo le cavallette.

A presto 💫

Pain de Route

23 Nov, 18:06


Una rarissima foto del busto di Lenin di Cavriago ritratto l'1 maggio 1924 a Lugansk, dove è stato creato e esposto fino al furto delle divisioni fasciste durante la seconda guerra mondiale.

L'ha ritrovata per caso una dottoranda in persianistica di Ca'Foscari, che coincidenze!

Cavriago, 23 novembre 2024 :)

Pain de Route

22 Nov, 17:14


Ciao!

Ho arretrati su tutto ma tra programmi di Kukushka, revisioni del libro e altri progetti non riesco a star dietro a tutte le altre cose - credo ahimè che finché il libro non sarà in stampa e i programmi sul sito non riuscirò a raccontarvi delle tante cose belle che ho fatto in questo periodo.

Segnalo i due prossimi eventi dal vivo:
- 27/11 Arci Traverso Trattoria Popolare a Milano, ore 19.30, parliamo di Turkmenistan con due soci del circolo, Cristina Crippa e Massimo Gorlini, tornati anche loro da un viaggio turkmeno quest'estate. Ingresso libero, se volete fermarvi anche per cena però bisogna prenotare
- 4/12 ore 19.00 a Daste, Bergamo, terrò un incontro sullo shock culturale inverso nell'ambito della rassegna Lost in Translation, organizzata da Cooperativa Ruah. Ingresso libero

Ci vediamo di persona con una sorpresina per voi in entrambi i casi 😘

Pain de Route

17 Nov, 17:20


Questo libro piccolo ma potentissimo ha viaggiato con me oltre il Mediterraneo e l'ho finito in poco più di due voli Milano - Il Cairo. È a mani basse la lettura migliore che ho fatto quest'anno, ma forse anche degli ultimi anni. L'ho preso in biblioteca a Milano e ho scoperto con sorpresa che ne esistono ben 26 copie (!) di cui 15 erano in prestito al momento in cui l'ho preso io: bene, benissimo! È un libro che dovrebbero leggere tutt*, di Milano e non, perché è un libro che riguarda i piani del capitale sugli spazi delle nostre città e sulle nostre vite di persone che vogliono abitare bene, serenamente, insieme gli spazi che ci appartengono, senza sentirci comparse in un Truman Show. Milano è solo la città che sta soffrendo di più questo fenomeno, ma tutte le altre città sono a rischio milanificazione.

L'invenzione di Milano. Culto della comunicazione e politiche urbane, di Lucia Tozzi. Cronopio, 2023

Questo libro è una ricostruzione puntuale e fendente di come il Comune di Milano negli ultimi dieci-quindici anni ha svenduto ai privati la nostra città, pezzo dopo pezzo, snaturandola al fine di aumentare il valore dell'immobile. Dal campetto di basket sponsorizzato Kellogg's al distopico prato sorvegliato dalla security intorno a City Life, dove i condòmini del lusso ci concedono generosamente di sederci sulle loro panchine brandizzate e sotto i loro alberelli da vivaio che inizieranno a fare ombra e assorbire CO2 tra vent'anni, fino ai progetti scellerati come la demolizione dello stadio Meazza, i palazzoni usciti da The Sims di Cascina Merlata, fino alla ben più grave dismissione progressiva delle case popolari. Nel libro si parla molto anche di Torino (la prima città italiana a intraprendere questo percorso con le olimpiadi 2006) e di Napoli. È però una lettura universale che ha messo ordine, dato un nome e un fondamento politico-filosofico al senso di malessere che la mia città mi provoca ogni volta che ci torno e ai pensieri ingarbugliati che ho cercato goffamente di esprimere negli ultimi anni. È una lettura da cui sono certa scaturiranno molte altre letture, in varie direzioni.

Qualche citazione che mi ha parlato molto:

«È noto che il lusso desertifica le città»

«Chi aderisce al programma pubblicitario universalmente imposto promuove la rendita. Chi resta militante, demistificando volta per volta le narrazioni egemoni e danneggiando l'immagine dei riqualificatori, la ostacola»

«La confusione tra pubblico e privato, tra pubblico e a uso pubblico, sottrae quindi alla cittadinanza pezzettino dopo pezzettino spazi pubblici, servizi pubblici e naturalmente case pubbliche»

«In nome di questa rigenerazione orientata al lusso e alla rendita il Comune sta perdendo, uno dopo l'altro, tutti i centri sportivi e le piscine pubbliche, le biblioteche pubbliche, i mercati comunali» - leggere l'evidenza dei fatti scritta nero su bianco mi ha fatto particolarmente male, perché la mia infanzia è stata fatta anche di tanto pubblico: il mio asilo e le scuole pubbliche, piscine pubbliche, centri sportivi pubblici, parchi pubblici, musei pubblici, piazze, strade, parchi giochi pubblici dove nessuno sponsorizzava le panchine e ci andava benissimo così. Vedere quella Milano morire, o già constatarne la morte, è terribile.

Davvero, di cuore, leggete questo libro per vedere le città e gli spazi - di dove viviamo, ma anche di dove viaggiamo - con uno sguardo completamente diverso. Se l'avete già letto o avete delle riflessioni da fare sul tema, nei prossimi giorni leggo volentieri i vostri commenti nel gruppo di discussione.

Grazie Fede per avermelo consigliato

Un abbraccio

Pain de Route

17 Nov, 12:00


Una panoramica sul nostro giro esplorativo in Egitto, nel Delta del Nilo

A presto 😘

Pain de Route

17 Nov, 10:07


A proposito di Egitto: come ho fatto a scoprire questo account solo ora!?

Tutto reale 😂

https://www.instagram.com/idontfeelsafeinegypt?igsh=bHJka2FwejhnN2xr

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16 Nov, 17:14


Qui un giovane cammelliere quindicenne a Socotra, Abboudi, che sale su un albero per prendermi dei baccelli di tamarindo. Marzo 2023

Pain de Route

16 Nov, 17:02


Nuovo livello di etimologia sbloccato:

l'altro giorno in una piccola cittadina del delta del Nilo, Rosetta, dove hanno trovato la famosa stele, cercavamo qualcosa da mangiare nel mercato, quando ci siamo imbattuti in un bugigattolo storico che friggeva falafel di fave leggendari, probabilmente i più buoni mai mangiati qui in Egitto. Due ragazzi ci hanno invitato a pranzo con loro per fare due chiacchiere e poi ci hanno voluto fare assaggiare una bevanda locale color coca cola che chiamavano "tamr", che in arabo significa dattero. Mi ero convinta dovesse essere un qualche sciroppo dì dattero diluito quando invece, assaggiandolo, aveva tutt'altro sapore: familiare ma indecodificabile.

Qualche giorno dopo, a Porto Said, ci siamo fermati in uno storico caffè del centro per bere un'altra versione di quella misteriosa bevanda, che anche il nostro amico di lì si ostinava a chiamare "tamr". Poi, facendoci vedere una foto su Google, sembrava che la pianta di origine fosse il tamarindo: tutt'altra cosa rispetto alla palma da dattero.

Poco fa gli chiedo dove trovare la pasta di tamarindo in centro al Cairo, per portarla a casa. Sento chiaramente pronunciare "se cerchi il tamr hindiyy lo trovi a Cairo vecchia". A quel punto si è accesa una lampadina.

Tamr hindiyy... Due parole distinte, cioè letteralmente e trasparentemente "dattero indiano"!

Dall'arabo la parola è entrata in gran parte delle lingue europee e non solo.

La parola "tamr" in arabo ha ovviamente origine semitiche e in lingua sudarabica significa meravigliosamente "frutto". Il tamarindo in realtà è originario dell'Africa tropicale ma è presente diffusamente anche in Asia, da qui il nome "dattero indiano". È una leguminosa, nello specifico una fabacea, e infatti se non l'avete mai visto il baccello del tamarindo ricorda proprio quello dei piselli o dei fagioli, o anche del glicine.

Sempre più spesso mi sembra che molte cose che lì per lì non capisco poi, con un po' di pazienza, mi dischiudano sorprese illuminanti. Oggi è stato così :)

Edit: scopro felicemente grazie ad Alessandra nel gruppo di discussione che anche "tamarro" deriva da "tamr" :)

A presto ❤️

Pain de Route

12 Nov, 15:09


Ciao!

Segnatevi le date se vi interessa:
- 2 dicembre escono i programmi per i tour della primavera 2025
- 16 dicembre ore 19.00 aprono le iscrizioni

In pentola bolle:
Armenia, Bulgaria, Georgia orientale, Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan e due novità: tre weekend lunghi nei Balcani, a Sofia e a Belgrado, più una cosa pazzesca nei deserti tra Kazakistan occidentale (Mangystau) e Karakalpakstan (repubblica autonoma dell'Uzbekistan).

Per i tour estivi se ne riparla a gennaio, purtroppo è già tanto lavoro così da gestire e ho questa cosa del libro più altri progetti che mi drenano interiormente.

A presto ❤️

Pain de Route

11 Nov, 21:41


Una cosa che mi distrugge il cervello ogni volta che parlicchio male arabo:

Il numero sei (6) si scrive ٦ e in certi dialetti si legge "sette" - e niente, tutte le volte che lo devo dire il mio cervello si affatica come in un'equazione differenziale e pensa "sembra sette ma è sei, sembra sette ma è sei" 😂

A presto, vi devo raccontare un sacco dall'Egitto non turistico che stiamo visitando!

Pain de Route

08 Nov, 23:11


Quiz difficile.

Dove sono? Foto volutamente disorientanti, ma che dicono moltissimo sui meravigliosi strati di questa destinazione.

A presto 💫

Pain de Route

08 Nov, 07:01


Tra pochissimi giorni la cop29 in Azerbaigian, l'ennesimo colossale rebranding climatico di un paese dipendente dal petrolio, autoritario e genocida, che però installerà pannelli solari in Nagorno Karabakh mentre è già in programma di aumentare la fornitura di gas all'Europa e all'Italia in particolare.

Ottima inchiesta di IrpiMedia, consiglio. I giornali mainstream spesso edulcorano i fatti per proteggere l'immagine delle aziende italiane coinvolte, tra cui Eni.

A presto!

https://irpimedia.irpi.eu/specialecop29-rebranding-climatico-azerbaijan/

Pain de Route

07 Nov, 14:59


Ciao!

Per il 2025 collaborerò ancora con Rizzoli per dei contenuti di geografia in libri di testo per le scuole medie, testo e podcast. È un lavoro che mi era piaciuto molto e che avevo trovato per caso, conoscendo il marito di un'autrice in un rifugio in montagna (!) - questo a riprova di quanto le montagne siano un filtro fantastico per conoscere persone speciali.

La cosa straordinaria è che mi permette di incidere su larghissima scala (i libri di geografia in Italia sono pochissimi) e in una fascia d'età molto importante su come l'estero viene percepito in Italia, su che linguaggio si utilizza per parlarne, smontando stereotipi e valorizzando regioni e Paesi che vengono sistematicamente ignorati. Per esempio, per logiche editoriali, nello scorso libro che già era estremamente progressista mancava per intero (!) l'Asia Centrale, che veniva "rappresentata" solo dall'Afghanistan, che forse è il paese meno rappresentativo della regione dei sei. Dopo aver insistito un po', mi avevano fatto fare la mia rubrica sul Kazakistan, per far sì che perlomeno uno "Stan" comparisse da qualche parte.

Invece una cosa che avevo fatto in aggiunta per loro, nel 2022, erano dodici episodi brevissimi di podcast con micro approfondimenti e storie di viaggio dedicati a Italia, Europa e Mondo (4+4+4). Quest'anno dovrò ampliare la serie e, risentendoli, non sono così tremendi come ricordavo, quindi ve li ricondivido qui: può essere magari un contenuto carino se avete figli o nipoti o alunni in età 10-13 che avvicina a terre lontane e al podcast.

Il nome non l'ho scelto io e mancano le le descrizioni dei singoli episodi, idem l'editing non è mio. Ma vabbè 😂

https://open.spotify.com/show/3CF05wamTZD9IZjpL56Hfu?si=xWNkab0NTDqUMH-ad2XhwQ

A presto

Pain de Route

06 Nov, 14:11


Ciao e "buongiorno" in questo inquietante déjà-vu americano

Se leggete o avete letto letteratura di viaggio di scrittrici dell'area mediterranea (Italia inclusa) e del vicino Oriente, condivido con voi questo questionario della dott.ssa Giulia Nonno, dottoranda all'università di Chieti-Pescara, che sta facendo una ricerca di cui è stato oggetto anche il mio primo libro. Le sarebbe di grande aiuto e di mio personalmente sono stata davvero felice di aver partecipato alla sua ricerca.

https://forms.gle/c5YwgrHb8sL4QHHe9

A presto!
Eleonora

Pain de Route

31 Oct, 07:40


Libro finito e consegnato

Ora inizia il processo più difficile - limare e scartare. Ci lavorerò a un ritmo un po' più sostenibile con le editor fino a febbraio, quando uscirà. Da oggi posso recuperare tutto quello che ho lasciato in sospeso per mesi, come le foto del Pamir di quest'estate e la programmazione Kukushka 2025 💫

Un abbraccio da Tunisi, a presto!

Pain de Route

30 Oct, 11:53


Segnalo:

War on Education, documentario che racconta l'accanimento specifico dell'esercito russo sugli edifici scolastici in Ucraina. È un progetto a cui ha contribuito un mio compagno di classe del liceo, Gian Marco Duina, da sempre attivista internazionale, autore e fondatore di molte associazioni, che in questi anni ha continuato a tornare in Ucraina e a portare aiuti umanitari.

In proiezione
- 4 novembre a Torino, 18.30 - 20.00, via Antonio Cecchi 17
- 5 novembre a Milano, 21.30 - 23.00, CityLife Anteo

Più info qui: https://www.waroneducation.org/events

A presto!

Pain de Route

29 Oct, 13:17


Lista di risorse e buoni articoli sulle elezioni georgiane:

- Aleksej Tilman per Valigia Blu: preciso e sintetico, dritto al punto
- Rai Radio 3 Mondo con Luna de Bartolo: podcast breve e efficace
- Il Mondo di Internazionale: altro punto di vista interessante
- Cronaca da Tbilisi sempre di Aleksej Tilman per Meridiano13
- Analisi lunghissima ma molto approfondita e davvero ben fatta, che tiene conto del contesto più ampio di queste elezioni, su Jacobin
- Sempre Luna de Bartolo su Repubblica ma solo per abbonati

Pain de Route

29 Oct, 12:20


Appendice: ricordiamoci che è facile giudicare da fuori non vivendo in Georgia e non essendo georgiani, bisogna mettersi un po' nei panni delle diverse persone e provare a capire perché uno vota X e un altro vota Y

Pain de Route

29 Oct, 12:04


Ciao!
Riflessioni sulle elezioni in Georgia, riguardo ad alcuni punti specifici:
1. Limiti dell'espressione partiti filorussi/filoeuropei
2. Ruolo e voto delle minoranze
3. Cosa non ha fatto l'UE per la Georgia negli ultimi vent'anni
4. Percezione distorta centro/periferie, città/provincia

Vi consiglio anche un po' di materiali per approfondire :)
Un abbraccio e a presto

Pain de Route

26 Oct, 12:19


Ciao!

Sto finendo il nuovo libro che uscirà a febbraio.

È un qualcosa che ti drena da dentro, ma in maniera in qualche modo fruttifera e positiva. Osservo quello che ne è uscito meravigliandomi che sia successo, e che sia riuscito a raccontarsi.

Sono giorni di concentrazione, fatica e stupore. Conosco almeno 13.003 parole tutte diverse per chiamare la realtà intorno a me - a volte bisogna gioire delle cose più piccole.

Un abbraccio e a presto,
Eleonora

Pain de Route

17 Oct, 09:02


Ciao, c'è una nuova newsletter con una storia da Baghdad (questa volta anche in formato podcast!) e qualche novità.

In breve:
- c'è una nuova data per il viaggio in Iraq esteso, con Arianna Cerea, dal 26 febbraio al 9 marzo. Caparra e saldo si pagano nel 2025, compatibilmente con la fattibilità del viaggio. Info e iscrizioni nella newsletter.
- ci si vede a due nuovi eventi a ingresso libero, il 27 novembre a Milano e il 4 dicembre a Bergamo.
- lo scrivo piccolo e in fondo perché ancora non mi sembra vero ma sto scrivendo un nuovo libro! Lo consegno tra due settimane, sarà su Socotra, sarà lungo e complesso e pieno di tutto il bene che ho voluto alle persone di quell'isola. Esce a febbraio. Se venite ai prossimi eventi dal vivo riceverete una sorpresina "analogica" :)

A presto!
Ele

https://painderoute.substack.com/p/i-baccanali-di-abu-nuwas-a-baghdad

Pain de Route

16 Oct, 16:43


24 anni senza Antonio Russo, ucciso 25km fuori Tbilisi, quando la Georgia non era la Georgia di adesso e quando il giornalismo italiano poteva vantare ancora persone del suo calibro e con il suo coraggio - un «radicale giornalista», come lo definiva Pannella.

Se non conoscete la sua storia e i suoi reportage dalla Cecenia e dal Kosovo, questo articolo breve ne traccia i contorni. I suoi contributi sono accessibili sul sito (vecchiotto, ma funzionante) di Radio Radicale.

https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/10/16/news/ventiquattro_anni_senza_antonio_russo-17457624/

Pain de Route

11 Oct, 15:12


Segnalo disinteressatamente: molto molto bello.

Finalmente inizia ad arrivare in italiano altra letteratura contemporanea caucasica in traduzione direttamente dalle lingue locali. Segnalo anche in uscita il 18 ottobre per Utopia Libro senza nome di Shushan Avagyan, tradotto dall'armeno orientale.

Due cose al volo su chi è Nana Ekvtimishvili: regista di vari film georgiani con riconoscimenti internazionali tra cui In Bloom, che ho avuto la fortuna di vedere al Trieste Film Festival qualche anno fa, quando c'era il focus sulle registe georgiane. Film stupendo, si trova online ma solo in georgiano senza sottotitoli.

La traduttrice è fuori dal comune: Ruska Jorjoliani è originaria di Mestia, in Svaneti, ma da bambina è stata profuga d'Abcasia, perché la famiglia si era trasferita a vivere lì. Ha una penna raffinata e straordinaria e credo proprio sia la prima persona georgiana a scrivere un libro direttamente in lingua italiana. È già autrice di La tua presenza è come una città e di Tre vivi, tre morti.

Pain de Route

10 Oct, 13:35


Un altro mini approfondimento sulla Georgia.

Dal 2021 a oggi ho fatto ricerca e documentato accuratamente quante più moschee possibili nella regione dell'Agiara, una porzione di territorio che rientrò nell'Impero russo solo nel 1878, dopo quasi trecento anni di dominio ottomano. La popolazione, perlopiù georgiana e laz, si era convertita all'Islam e aveva costruito piccole moschee di villaggio con i materiali che aveva, cioè il legno della boscosissima Agiara.

Molte moschee furono distrutte in epoca sovietica, altre furono riconvertite a magazzini o edifici a uso pubblico. Se ne conservano oggi circa cinquanta: alcune sono ancora in uso e vengono costantemente rinnovate (e, lasciatemelo dire, a volte purtroppo rovinate) dalle comunità locali; altre sono in uno stato di tale abbandono che piange il cuore vederle. Alcune di quelle che ho fotografato negli anni oggi probabilmente non esistono già più. Sono quasi tutte estremamente difficili da identificare e raggiungere, con strade strettissime e ripidissime. Per proteggerle dai metri di neve dell'inverno e dalle piogge intense, negli anni '90 gli abitanti della regione le hanno rivestite di pannelli metallici, dando loro un aspetto da goffe astronavi da film di fantascienza anni '50. I minareti sono tutti aggiunte recenti, degli anni '90.

Questo patrimonio è quasi del tutto sconosciuto ai turisti (io stessa ne vado gelosissima) e agli stessi georgiani fuori dalla regione. A dire il vero, l'identità georgiana musulmana è un qualcosa che il Paese non ha interesse a mettere in bella mostra. Purtroppo questo patrimonio è destinato a scomparire sotto le intemperie. Una parte della popolazione dell'Agiara si sta anche convertendo al cristianesimo e quindi c'è sempre meno interesse a proteggere questi capolavori di architettura e artigianato di montagna.

Vi lascio una selezione di foto da dodici moschee. La più facile da visitare e raggiungere è quella di Batumi, che ha dei begli interni in legno, con colori da film di Wes Anderson.

A presto
Eleonora