Il lavoro delle forze dell'ordine contro di noi è costante, ne sono prova gli svariati fermi, processi, diffide e condanne definitive ricevute.
Certo non saranno un deterrente ma la collusione tra noi e la PS è nelle fantasie di chi ne parla e ne scrive a sproposito, senza una minima cognizione di causa.
Le minacce al partigiano Platinetti sono pura invenzione. Lo provano i filmati di due studentesse di giornalismo presenti, da allora in mano a polizia e carabinieri.
La procura non ha mai proceduto in tal senso contro i nostri militanti, neppure con le "200 croci" che poi croci non erano. Né esistono procedimenti a nostro carico per atti di profanazione o vandalismo, danneggiamento o deturpazione.
I procedimenti giudiziari per il San Martino riguardano altre violazioni.
Usiamo i simboli che i nostri ragazzi portavano sulle loro divise mentre combattevano MORENDO nel compimento del Dovere.
Vogliamo onorare quelle vite, sacrificate proprio per attaccamento a quei simboli immortali 🌟🗡.
Esattamente come si fa al funerale di un vecchio partigiano comunista con falce martello e stelline rosse, anche se questi furono comprovati assassini del calbro di "Gemisto" Moranino, Licino Tedeschi, Argante Bocchio, "Drago" Caffeo, "Teppa" Bortoloso, "Nino" Baltaro, "Moicano" Poduje, "Lince" Cassinelli, "Bozambo" Lorenzon, Pino Gatti e tanti altri.
Trovo molto più sbagliata, ad esempio, la pretenziosa richiesta del primo cittadino Giorgio Piccolo nel voler invitare TUTTI I SINDACI DI VARESE ad una inutile perdita di tempo.
La reputo un'offesa ai tanti lavoratori che per la richiesta di un'ora di permesso, per essere alle 18 magari in ospedale o a prendere i figli, vengono maltrattati... che rivolgesse il sindaco lo stesso invito per stare al fianco di chi alla BEKO ha perso tutto.
Tornando a noi però, il sacrario di quest'anno non è quello " del San Martino" (Varesenoi) ne " quello Partigiano " (La7, la Repubblica, la Prealpina, Rainews oltre che ANSA ripresa da Il Mattino di Padova e il Piccolo di Trieste).
Il Sacrario in questione fu eretto come asilo sotto il Regime fascista, due anni dopo la Rivoluzione e la lapide fu si deturpata, ma da quella che definiamo "furia iconoclasta antifascista" del dopoguerra, rimuovendo i simboli di chi aveva voluto onorare, in ogni comune d'Italia, gli Eroi della Grande Guerra.
Lo striscione esposto è stato fissato con fascette da elettricista in plastica alla recinzione antistante, come sempre, e non "sorretto dai militanti a coprirne anche i volti nel tentativo di evitare una qualsiasi identificazione"(il Giorno). La foto è molto chiara, come lo sono i nostri volti in tante pubblicate sui canali Do.Ra.
"Procede la DIGOS" (Varesenews) è un'altra fesseria che fa buona compagnia alle precedenti e come per il matrimonio con saluti romani, la DIGOS non ha alcun bisogno di indagare su di noi, sa già tutto: nomi, soprannomi, indirizzi, lo stesso striscione è firmato e nel caso avesse dei dubbi le basterà chiedere, non siamo Uomini che si nascondono.Speriamo e crediamo solamente in un miglior utilizzo delle risorse pubbliche, anche perché abbiamo passato la giornata intera tra Duno, Rancio, Cuveglio e Cocquio, senza disordini ne incidenti.
Eccole le verità di chi ci accusa; persone che dopo 81 anni non sono riuscite a mettersi d'accordo nemmeno sul numero dei caduti che dovrebbero commemorare.
137 per l'istituto Varesino sulla resistenza (stampato, ironia della sorte, ad Azzate a pochi metri dalla nostra sede);
196 per la Boldrini nel suo "Se non ci ammazza i Crucchi" numero poi arrotondato a 200 nella lapide del San Martino;
240 per il combattente partigiano Enrico Campodonico;
250 per il Valcuviano Aldo Curti,
360 addirittura per Silvio Brachetti nel suo articolo su GLI INSORTI.
Questi però sono solo dettagli, non contano niente, è importante far suonare la banda del paese, andare a messa e indignarsi leggendo i titoli di Open e Localteam.
E poi le mie sono soltanto "idee sconfitte dalla storia di uno che dovrebbe stare in galera."
Alessandro Limido
☀️𝓒𝓸𝓶𝓾𝓷𝓲𝓽𝓪' 𝓜𝓲𝓵𝓲𝓽𝓪𝓷𝓽𝓮 𝓭𝓮𝓲 𝓓𝓸𝓭𝓲𝓬𝓲 𝓡𝓪𝓰𝓰𝓲
Presidente