Ludovica Iacovacci @ludovicaiacovacci Channel on Telegram

Ludovica Iacovacci

@ludovicaiacovacci


Ludovica Iacovacci (Italian)

Benvenuti nel canale di Ludovica Iacovacci su Telegram! Se siete appassionati di moda, beauty e lifestyle, questo è il posto giusto per voi. Ludovica Iacovacci è una fashion influencer italiana con un occhio attento alle ultime tendenze e un vero talento nel creare contenuti interessanti e creativi. Nel suo canale troverete consigli di stile, recensioni di prodotti beauty, racconti di viaggi e molto altro. Non solo Ludovica condivide il suo amore per la moda, ma anche la sua passione per la bellezza e uno stile di vita sano e equilibrato. Unisciti a noi per rimanere aggiornato sulle ultime novità del mondo della moda e per trovare ispirazione per il tuo look quotidiano. Segui Ludovica Iacovacci su Telegram per essere parte di una community di appassionati di fashion e beauty pronti a condividere consigli e suggerimenti per sentirsi sempre al top! Non perdere l'occasione di fare parte di questa avventura e iscriviti subito al canale di Ludovica Iacovacci su Telegram!

Ludovica Iacovacci

13 Nov, 16:12


Notte bianca alla festa di Luna Piena? L’allarme terrorismo per gli ebrei in Thailandia https://www.mosaico-cem.it/attualita-e-news/mondo/notte-bianca-alla-festa-di-luna-piena-lallarme-terrorismo-per-gli-ebrei-in-thailandia/

Ludovica Iacovacci

13 Nov, 15:24


Quando in Europa la caccia all'ebreo viene sdoganata in nome della Palestina https://www.mosaico-cem.it/attualita-e-news/mondo/quando-in-europa-la-caccia-allebreo-viene-sdoganata-in-nome-della-palestina/

Ludovica Iacovacci

07 Nov, 10:21


Raffica di missili di Hezbollah contro Tel Aviv: colpire Israele per parlare all’America https://www.mosaico-cem.it/attualita-e-news/israele/raffica-di-missili-di-hezbollah-contro-tel-aviv-colpire-israele-per-parlare-allamerica/

Ludovica Iacovacci

05 Nov, 14:17


Amos Schocken, l’editore di Hareetz, faro di luce per i detrattori di Israele, ha detto che i terroristi di Hamas sono “combattenti per la libertà”. Da oggi potrebbe essere più chiaro ai suoi lettori che c’è differenza tra essere all’opposizione e condividere le posizioni del giornale https://www.mosaico-cem.it/attualita-e-news/personaggi-e-storie-attualita-e-news/leditore-di-hareetz-amos-schocken-sostiene-i-terroristi-di-hamas-sono-combattenti-per-la-liberta/

Ludovica Iacovacci

05 Nov, 14:04


L’Iran potrebbe trarre vantaggio dal crescente conflitto contro Israele per accrescere le esecuzioni capitali, mentre in Italia ci sono i garantisti del regime degli Ayatollah. Qui ho scritto di Arvin Ghahremani, ebreo persiano giustiziato all’età di 20 anni, la cui identità ebraica è stata determinante per la pena di morte inflitta https://www.mosaico-cem.it/attualita-e-news/mondo/iran-arvin-ghahremani-ebreo-persiano-giustiziato-alleta-di-20-anni/

Ludovica Iacovacci

15 Oct, 16:00


Queste sono le parole di Giorgia Meloni su come sta agendo il governo italiano riguardo all’export di armi verso Israele. Se queste parole le avesse pronunciate Elly Schlein, sarebbe già venuto giù il mondo. Non ci dovrebbero essere due pesi e due misure: i nemici di Israele hanno tutti lo stesso colore, indipendentemente dall’appartenenza politica interna https://youtu.be/QXQ4yB19zBU?si=Pm6V_bYoxzKTp5Jh

Ludovica Iacovacci

14 Oct, 14:15


https://www.mosaico-cem.it/attualita-e-news/italia/stasera-a-udine-partita-di-calcio-italia-israele-duplice-allerta-pericolo-attentati-e-ultra/

Ludovica Iacovacci

13 Oct, 12:14


Netanyahu chiede al Segretario Generale dell'Onu di ritirare UNIFIL e chiede ai leader UE di fare pressione su Hezbollah, non su Israele. Ci vuole un'ottima dose di odio contro sé stessi per dargli torto, e non da oggi

Ludovica Iacovacci

13 Oct, 09:51


Checché ne dica il ministro Crosetto o gli starnazzi di “giornalisti”, sedicenti “esperti”, “analisti” e via cantando, queste sono le parole al Corriere di oggi del generale Stefano Messina, capo contingente italiano UNIFIL

Ludovica Iacovacci

13 Oct, 09:48


Cosa c’è da aspettarsi, adesso? Che rischi corrono i caschi blu, anche italiani?

“Il ministro della Difesa, Crosetto, ha protestato ufficialmente e non poteva fare altrimenti, ma l’operato di Israele era prevedibile e personalmente ritengo che Israele non avesse alternative per eliminare la minaccia Hezbollah al suo confine settentrionale: da un anno viene attaccato anche da nord ed è un dato di fatto che l’Iran agisca di concerto con Hamas, Hezbollah e gli Houti. Nel caso di Hezbollah le forze armate libanesi supportate da Unifil non sono state in grado di impedire i ripetuti attacchi dei miliziani. Qualche mese fa le nazioni contributrici più importanti (Italia, Francia e Spagna) avrebbero dovuto porre con forza il problema al Segretario Generale e al Consiglio di Sicurezza: o si cambia la missione per renderla in condizione di far veramente implementare la 1701 o si ritirano i contingenti. Quella finestra di opportunità temporale è, a mio avviso, ormai svanita. Adesso un ritiro del solo contingente italiano non può essere accettato politicamente e apparirebbe una fuga indecorosa, a meno che a livello di Consiglio di Sicurezza Onu non si decida il ritiro dell’intera missione”.

Ludovica Iacovacci

13 Oct, 09:48


Intervista al generale Antonio Li Gobbi sulla dinamica UNIFIL (credit Davide Romano)


Come si spiega quanto accaduto a basi Unifil?

“Credo che questa situazione fosse ampiamente prevedibile, forse si sono chiusi gli occhi finora e ora ci si stupisce di qualcosa di cui forse non ci si dovrebbe stupire. Il problema riguardo alla missione Unifil è che, come altre missioni Onu, può funzionare solo a patto che operi tra entità statuali che siano consenzienti e che siano in grado di esercitare un controllo effettivo su tutte parti in causa (e né Libano né Israele controllano gli Hezbollah etero diretti da Teheran). Ogni volta che si è pensato di poter ampliare il ruolo militare dell’Onu, come ad esempio in Congo nel 1964, si è assistito a un fallimento, perché in campo c’erano anche milizie non statuali, come ora c’è Hezbollah in Libano. C’è un’incapacità strutturale dell’Onu nel gestire operazioni militari, come avvenuto anche in Somalia, dove anche noi italiani abbiamo pagato un tributo di sangue, e ancora peggio in Bosnia, dove non si può dimenticare la vergogna di Sebrenica, e dove poi è dovuta subentrare la Nato con ben diverso mandato, diverse regole d’ingaggio e soprattutto diversa credibilità politica”.

Non ci si dovrebbe meravigliare dell’azione di Israele e della sua richiesta di arretrare di 5 km, avanzata ai vertici Unifil?

“Sì, perché di fatto la risoluzione Onu al cui rispetto è chiamata Unifil, la 1701, è disattesa da tempo, in effetti da 18 anni: le forze israeliane si erano ritirate al di là della Blue Line e in prossimità di quello che viene ritenuto un confine internazionalmente riconosciuto non avrebbero dovuto esserci operazioni militari, invece Hezbollah non solo ha proseguito con il lancio di missili sul nord di Israele, ma lo ha anche intensificato dopo il 7 ottobre”.

Ma come erano e sono stati finora i rapporti tra i vertici della missione Unifil e Israele?

“Va chiarito che non si tratta di rapporti interpersonali, Unifil ha avuto degli ottimi comandanti, anche italiani. Il punto è che l’Onu non è strutturata politicamente prima ancora che militarmente per condurre in proprio operazioni di peace enforcing, ma solo di peace keeping. Pertanto, una missione Onu si può istituzionalmente basare solo sul consenso delle parti al suo operato e questo si fonda sulla fiducia. Se uno degli attori (in questo caso Israele) ritiene che quella Forza non garantisca più il rispetto delle condizioni concordate e che consenta invece alla controparte di acquisire vantaggi ritenuti illegittimi, è inevitabile aspettarsi sfiducia nell’operato della missione Onu. Per questo Israele ha chiesto a Unifil di arretrare di 5 km, per poter agire contro Hezbollah, che ha le sue postazioni proprio in quell’area. Non è perché, come qualcuno sostiene, non vuole che ci siano ‘testimoni scomodi’, ma semplicemente perché avere una forza frapposta impedisce le operazioni e, oltretutto, facilita Hezbollah che può contare sul fatto che l’avversario non lo colpisca per la prossimità con la missione Unifil”.

Esistono dei precedenti?

“Sì, la stessa richiesta di arretrare fu avanzata dall’Egitto il 16 maggio 1967 alla missione Onu che si trovava in Sinai. All’epoca il Segretario Generale delle Nazioni Unite U Thant ci riflettè per tre giorni, poi acconsentì. Neanche un mese dopo Israele, dovette lanciare un attacco preventivo per precedere l’ormai imminente aggressione egiziana (con la guerra dei sei giorni)”.

Ma Unifil non dovrebbe essere proprio una forza di interposizione tra Libano e Israele?

“In realtà Unifil non è né una peace enforcement mission e neppure una missione di interposizione, come qualcuno si ostina a definirla. Il nome parla chiaro: United Nations Force Interim in Lebanon: è un interim che dura dal ‘78, da 46 anni. Forza Onu alla quale, nonostante la dedizione dei suoi militari, non è stato consentito dall’Onu stesso di utilizzare i mezzi idonei a far rispettare le molteplici risoluzioni delle Nazioni Unite riferite alla contrapposizione israelo-libanese, di cui la 1701 del 2006 è solo l’ultima in ordine di tempo”.

Ludovica Iacovacci

10 Oct, 16:23


Una delle tante attività di UNIFIL per il “mantenimento della pace” in Libano

Ludovica Iacovacci

08 Oct, 16:14


Ci siamo disfatti della nostra storia e della nostra religione: Israele e l’ebraismo ne fanno le spese - una perfetta fotografia, nitidamente a colori, della società nella quale viviamo e delle motivazioni del decadimento occidentale

«Il 7 ottobre ha rivelato a noi stessi ciò che è accaduto nelle società occidentali. Non ne sospettavamo la pericolosità» inizia così l’incalzante intervento di Ernesto Galli Della Loggia, storico ed editorialista de Il Corriere della Sera. «Prima del 7 ottobre pensavamo di essere parte della maggioranza, di rappresentare il mondo. Siamo una minoranza, ma cosa è successo? Qual è stata la frattura? La data di inizio delle democrazie è tra il 1939 e il 1945, quando l’Europa capì che la sua sopravvivenza dipendeva da una lotta contro il totalitarismo nazi-fascista. Quella data ha fissato per sempre un legame e un debito con gli ebrei e con Israele, con gli uni e con l’altro. Il 7 ottobre ci ha fatto capire che non era più così e che la nuova data di inizio delle società europee democratiche nel dopoguerra non fosse più il 1939-1945. La data di inizio è il 1968: cioè la data della rivolta contro quel passato e contro ciò che rappresentava, non più la guerra di liberazione contro il totalitarismo. È mutata la data d’inizio della nascita della democrazia in Europa contro il totalitarismo, quella dei cosiddetti “valori liberali”, al cui tempo la sinistra si schierò dalla parte giusta della storia. Di questo mutamento, Israele e l’ebraismo ne fanno le spese. Il nuovo inizio delle democrazie europee, nel 1968 anziché nel 1945, cancella il rapporto europeo con gli ebrei e con Israele.
La seconda frattura che ci porta ad essere una minoranza è la fine del cristianesimo non solo come dato religioso essenziale ma soprattutto come dato che ha determinato l’antropologia europea occidentale, il nostro modo di pensare. La cancellazione virtuale del protestantesimo – ormai inesistente – e latrasformazione della Chiesa cattolica in una sorta di Ong progressista orientata al politicamente corretto”, gli applausi scroscianti del pubblico alla Sala Umberto di Roma interrompono momentaneamente Della Loggia, che continua: “Ecco, è proprio così che Gesù da ebreo è diventato palestinese. Oggi siamo tutti felicemente atei o come minimo agnostici. Questo ha significato che è sparito quel legame che era rappresentato nella nostra cultura, nel nostro entroterra mentale, dalretaggio giudaico-cristiano che per tanto tempo ci ha improntato nel bene e anche nel male, che ha rappresentato un dato vitale, fondamentale, nel nostro essere in rapporto con gli ebrei e quindi con Israele. Non abbiamo più alcun rapporto col passato, non abbiamo più conti aperti con nessuno, non c’è alcun legame. Ci siamo disfatti della nostra storia e del nostro retaggio religioso. Le società in cui abitiamo sembrano non saper più che cosa farsene dell’uno e dell’altro: della storia e della religione che sono state le nostre. Le società in cui abitiamo rifiutano il realismo e il pessimismo che quella storia e che quella religione ci avevano insegnato. Non c’è più il male, non ci sono più i nemici. Il 7 ottobre non è stato un pogrom spaventoso ma è stato semplicemente una “rivolta anticoloniale”» conclude Ernesto Galli Della Loggia.

L’articolo integrale si legge qui: https://www.mosaico-cem.it/attualita-e-news/eventi-attualita-e-news/7-10-attacco-alloccidente-la-conferenza-dellassociazione-setteottobre-alla-sala-umberto-di-roma-per-lanniversario-del-pogrom/

Ludovica Iacovacci

07 Oct, 19:32


7 ottobre 2024, le voci di Guastalla

Ludovica Iacovacci

07 Oct, 14:13


Rottura, assenza, attesa, completezza. 7 ottobre. Disegno di Antonio Romano