Il vento è forte, nonostante tutte le apparenze contrarie,
basta aprire le vele per rendercene conto.
Marco Guzzi
Diventavo formatrice dei Gruppi Darsi pace l’anno in cui, durante una indimenticabile
condivisione di gruppo a Santa Marinella, comprendevo che l’antico e lacerante dolore, a
lungo percepito come solo mio, è il dolore dell’essere umano separato dalla Sorgente che
lo origina.
Era il 2015.
Nello stesso anno terminavo il percorso professionale e mi avventuravo nell’esperienza
dei gruppi territoriali come responsabile regionale della Lombardia. L’azione educativa
realizzata per più di quarant’anni con i bambini di scuola primaria continuava come azione
ri-educativa di me stessa nella quale iniziavo a guardare il dolore con meno paura, ad
accoglierlo per curarlo e ad attraversarlo senza aumentarlo.
Vivo i Gruppi Darsi pace come dono prezioso nel percorso iniziatico che mi richiede oggi
di conoscermi ad un nuovo livello di profondità.
Nel luogo sicuro del gruppo, posso aprire il mio cuore senza sentirmi giudicata e guardare
parti oscure di me con la fiducia di trovare uno spiraglio di luce, posso dispormi ad una
conoscenza alla quale non basta la ragione, serve l’apertura al Pensiero luminoso e
benevolo che fa tanto bene all’ anima perché la rallegra e la alleggerisce.
In gruppo imparo a leggere il tempo che mi è dato, ad abitarlo scoprendone il segreto
movimento, ad intuire che noi siamo un processo di rivelazione in atto consegnato alla
nostra libertà.
Durante la condivisione in gruppo, ascolto ogni persona restando in ascolto di me stessa,
le emozioni dell’altro risuonano con le mie ed io mi alleno ad accoglierle senza giudicarle,
a lasciarle essere senza spaventarmi restando nella Coscienza che, facendosi di sfondo,
osserva i fenomeni che affiorano e rimane in Sè.
In questo ascolto, sperimento che l’altro è (dentro di) me e che io sono l’altro.
Rivedo la bambina che si affaccia alla vita con tanta voglia di giocare e che dalla vita si
sente tradita; le lascio urlare tutta la sua disperazione, senza forzarla la aiuto a vedere il
magma di emozioni che la fa soffrire, le insegno a nominarle una ad una affidandosi a me;
e lei, fidandosi di me, mi dà la possibilità di raccontare di nuovo la mia storia dentro il
Dinamismo trasformativo al quale ora voglio partecipare con la gioia di essere presente. E’
bello sentirla abbandonarsi tra le mie braccia mentre io mi abbandono alla Vita che sento
fluire in tutto il mio essere.
Ogni volta che partecipo ai gruppi, a Roma come in Lombardia, mi lascio toccare dalla
sofferenza degli altri mentre ascolto la mia, e vedo che dentro le nostre crisi, i nostri
fallimenti, i nostri conflitti, le nostre fatiche quotidiane si sgretola piano piano una vecchia
forma di Io e viene alla luce un nuovo modo di essere uomini e donne; nello spazio vuoto
e silente che la pratica meditativa apre in ciascuno di noi imparo a sostare, ad attendere.
E’ lì che percepisco il palpito della nuova umanità, lì il Nuovo Io ricrea una ad una le cellule
del mondo e le rigenera a tutti i livelli, lì ascolto la parola bene-detta che ha la dolcezza di
consolare e la potenza di trasformare.
Ricomincio con gioia l’attività territoriale affiancata da Augusto Tosi, anch’egli formatore,
da Elena Carafa e da Alessandro Palma entrambi in formazione; insieme partecipiamo al
gruppo di Milano che sta crescendo in numero e in determinazione; io seguo anche il
gruppo di Palazzolo e Augusto il gruppo di Brescia; inoltre quest’anno verranno offerti tre
incontri on line ai praticanti della prima annualità e sarà Augusto a condurli.
Insieme impariamo ad aprire le vele e a navigare con meno paura nel mare aperto della
trasformazione fiduciosi della rotta che di notte ci offre soltanto la stella polare.
Giuliana Martina
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