Solo che invece dei pettegolezzi dei vip maledetti, il giornale US racconta e fotografa tutte le pose dell’Occidente di oggi.
Una specie di Limes monografico sui costumi dei paesi NATO.
La prima copertina di questo magazine ha tutti i colori del tizio biondiccio e impresentabile che ha appena vinto lo sgabello d’oro.
È rozzo, presuntuoso, parla per sproloqui e trascina con sé una donna di quelle che sposano tizi che odiano visceralmente perché hanno una dipendenza dal denaro e dal potere e per quella roba lì, non esistono mica gruppi di aiuto.
La seconda copertina ha le sfumature della perfetta maschera dell’ipocrisia, di Kamala l’influencer che ha tutti i connotati giusti che servono per farsi voler bene dalle platee che digeriscono solo slogan di marketing: donna, originaria del terzo mondo, amica delle minoranze, sorriso gentile, donna, donna, donna.
Scegliere tra le due copertine per un elettore sensato è harakiri, non si dovrebbe comprare il giornale e basta.
Ma il fatto orrendo che questo giornale si trovi in edicola offre due spunti di riflessione non male:
1) L’Occidente è al massimo apice del suo far cacare.
Lo si potrebbe ammettere per poi far capolino in Oriente con maggior rispetto, sperando che ci sia qualcuno che voglia ancora esserci amico.
2) Esiste la bellissima opportunità che noi europei ci si renda finalmente conto che imitare in tutto e per tutto, la linea editoriale degli Stai Uniti è stata la più grande e spericolata cazzata che si sia mai fatta.
Perché ora gli somigliamo, a quelli là.