RIFLESSIONI…
Una della grandi problematiche dell’essere umano è INCARNARE.
Il senso dell’incarnazione è il grande senso dell’essenza profonda della Floriterapia di Bach.
Se come dice Bach, infatti, incarnare è vivere la vita, è come un giorno di scuola per la nostra evoluzione, il tema della incarnazione in quanto tale è un tema che va preso in profonda considerazione e “letto” nei fiori che Bach inserisce nel gruppo “Per coloro che non provano interesse per il presente” con grande attenzione.
Se l’anima evolve attraverso lo strumento corporeo, cioè attraverso il percorso incarnativo, e in verità si prepara tra una vita e l’altra, è come se elaborasse quanto nella vita precedente ha vissuto e comprendesse assieme alle “Guide” quali sono i semi che ha raccolto e che può gettare come talenti nella vita successiva. In una vita si accumulano delle conoscenze, imparano delle cose e, al momento in cui si dovrà tornare, tutto ciò che si è imparato saranno semi con i quali costruire il proprio Giardino dell’Eden, carico e gonfio delle potenzialità finalmente espresse, quelle che normalmente vengono chiamati i talenti, alcuni dei quali si manifestano e vivono ed incarnano e con i quali si opera, altri invece che restano latenti, qualità personali che si hanno, che abitano e si trasfondono nell’area della propria personalità, che sono un bagaglio di strumenti che si utilizzeranno nel momento nel quale gli eventi della vita porteranno ad averne bisogno, potendo così trarre dal profondo della nostra realtà ciò che ci serve per incarnare e vivere il presente.
Quando un’anima sceglie una incarnazione, entra all’interno di un albero genealogico; entra in una famiglia che ha una sua storia, che è una duplice storia in verità, perché ha un padre che a sua volta ha un Padre ed una Madre, ed una madre che a sua volta ha un Padre ed una Madre e così all’indietro.
Sono i più vicini 4 elementi, numero della Terra dello stare… 4 forze 4 punti cardinali, 4 porte di un Mandala… 4 punti che rappresentano la porta di accesso al Palazzo di questa vita. Però quest’anima si porta tutte le Sue memorie, quelle dei suoi vissuti nelle precedenti incarnazioni, delle sue elaborazioni precedenti, e quindi incarna in una struttura con questo senso: imparare quello che quel mandala da costruire vuoto, che ha per ora solo le 4 porte, gli può offrire e contemporaneamente offrire a sua volta a quest’asse duplice, ma quadruplice, familiare la sua qualità ed esperienza di anima: dal che si dice che i genitori educano i figli ed i figli educano i genitori.
In questo scambio sta anche il famoso senso del valore ed utilizzo che si fa in questi tempi delle costellazioni familiari, della psicogenealogia: in esse normalmente però si guarda solo un lato, che è quello di andare a cercare all’indietro quali sono le motivazioni biologiche e psicologiche per le quali noi operiamo in una certa maniera, o ci portiamo un certo tipo di problema, dimenticando spesso di portare a coscienza che è vero che si va e ci si prende sulle spalle il compito di manifestare, ad esempio, la sofferenza di un altro appartenente all’albero che aveva gli stessi problemi, ed è magari morto nelle stesse date in cui si è nati, e magari ha avuto malattie o altro nelle stesse date in cui ci siamo malati noi, ma lo si assume perché, contrariamente a lui, come anima si ha la strumentazione per evolvere questa cosa e quindi sanare l’albero genealogico.