Teresa Palazzolo, Liberi in Veritate
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Sabato la Santa Messa è stata celebrata in rito nuovo, quello a cui siamo abituati fin da bambini; eppure era anch’essa, come la tridentina, intrisa di sacralità! Non solo in ogni gesto, in ogni sguardo, parola e silenzi dei Sacerdoti (il celebrante e il concelebrante), ma anche in ogni gesto, parola e silenzio dei ministranti e dei lettori. Nessuno dimenticava che il Santo Sacrificio veniva celebrato davanti alla Presenza reale del Signore custodito nel Tabernacolo. Lì erano rivolti l’attenzione e lo sguardo, prima di qualsiasi movimento. Ogni parola, preghiera, orazione era pronunciata col cuore, in autentico dialogo col Padre. Si è respirata adorazione! E così è stata la Comunione. Il Sacerdote, indicando come prenderla, ha espressamente sottolineato il miracolo, la straordinaria potenza del Mistero: l’Eucaristia è realmente il Corpo e il Sangue di Cristo immolato sulla Croce per noi. Per accogliere degnamente Lui, realmente presente in Corpo Sangue, Anima e Divinità, ci si poteva inginocchiare su uno dei tre ampi inginocchiatoi posti davanti all’altare (e quanti lo hanno fatto!) e riceverLo sulla lingua, cosa possibile anche in piedi. In alternativa era consentito l’uso delle mani, purchè ci si allontanasse dall’altare dopo aver messo in bocca l’Ostia Santa. In ogni caso era sempre presente il piattino, per preservare il Sacramento in ogni sua frazione, dall’eventualità di dispersione anche del più piccolo frammento. Quanta attenzione, quanta cura, quanto amore, cui purtroppo nel tempo e in moltissime chiese ci siamo dovuti disabituare! E lo stesso amore, la stessa cura, la stessa fede adorante ci sono stati trasmessi dall’omelia, una delle più accorate e profonde ascoltate in questi ultimi tempi! Un pensiero solo a ricordo di quella dolcezza che ci ha aperto il cuore: Maria Santissima, Madre nostra donata a noi, all’umanità intera, nel culmine del sacrificio del Signore, ci insegna a parlare a Lui di tutto e, poi, a parlare a tutti di Lui. Questo deve essere sempre il nostro esempio di vita e la nostra missione.
Teresa Palazzolo, Liberi in Veritate
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con desiderio, con cura, con vivo ardore, conoscendola e comprendendola a fondo, trasmettendo questo patrimonio ai nostri figli, nipoti, amici, per destare in essi un interesse sopito o non ancora nato. L’amore per Cristo, alimentato dall’adorazione e dai Sacramenti, primo tra tutti l’Eucaristia, non potrà che trasformarci il cuore e la vita: inevitabilmente, e ancor più, saremo capaci di amare il nostro prossimo, confermando anche in questo la nostra testimonianza di fede. Saremo così Chiesa viva, capace di vivere e testimoniare Cristo nell’amore per Lui e per il prossimo, Chiesa viva capace di rispondere con la nostra vita reale al dubbio che Dio sia solo un’idea e non una realtà, saremo comunità che sostiene e supporta la fede dei fratelli e la conversione di chi, attraverso di noi, può sentire la nostalgia di quel Dio a cui il suo cuore anela. Queste fondamenta di partenza devono essere il nostro pane quotidiano: attraverso di esse lo Spirito Santo ci suggerirà come agire, su quali piani, con quali strumenti, in quali luoghi e circostanze.
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La parrocchia di Sant’Antonio Abate a Torino, dove è stato ospitato il Cardinale, ci ha offerto uno splendido esempio di amore a Cristo: sono riusciti a realizzare una Cappella, un “Tabernacolo” - come l’ha definita il Cardinale Sarah - dove soprattutto i giovani si alternano ogni giorno ed ogni ora nell’adorazione. E quando una comunità è santificata dallo sguardo amoroso di Cristo, la differenza si avverte immediatamente. In primo luogo nel modo di celebrare e vivere la Santa Messa. E questo è stato l’altro dono straordinario di sabato: una Santa Messa toccante in quanto celebrata santamente. Molti di noi hanno spesso sentito, durante la Messa, quel senso di contraddizione, di stonatura tra le parole e i gesti, tra l’attenzione, la cura, la sacralità che ogni gesto implica e la semplificazione, la riduzione, la velocizzazione attuata forse per non tediare su aspetti ritenuti magari incomprensibili per molti. E invece sabato non è stato così. La Santa Messa non era quella Tridentina, notoriamente e realmente intrisa di sacralità in ogni sua parola, in ogni suo gesto, in ogni canto ed in ogni silenzio.
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La parrocchia di Sant’Antonio Abate a Torino, dove è stato ospitato il Cardinale, ci ha offerto uno splendido esempio di amore a Cristo: sono riusciti a realizzare una Cappella, un “Tabernacolo” - come l’ha definita il Cardinale Sarah - dove soprattutto i giovani si alternano ogni giorno ed ogni ora nell’adorazione. E quando una comunità è santificata dallo sguardo amoroso di Cristo, la differenza si avverte immediatamente. In primo luogo nel modo di celebrare e vivere la Santa Messa. E questo è stato l’altro dono straordinario di sabato: una Santa Messa toccante in quanto celebrata santamente. Molti di noi hanno spesso sentito, durante la Messa, quel senso di contraddizione, di stonatura tra le parole e i gesti, tra l’attenzione, la cura, la sacralità che ogni gesto implica e la semplificazione, la riduzione, la velocizzazione attuata forse per non tediare su aspetti ritenuti magari incomprensibili per molti. E invece sabato non è stato così. La Santa Messa non era quella Tridentina, notoriamente e realmente intrisa di sacralità in ogni sua parola, in ogni suo gesto, in ogni canto ed in ogni silenzio.
RIFLESSIONI SULLA GIORNATA CON IL CARDINALE ROBERT SARAH
Sabato 18 gennaio è stato come un nuovo inizio. Tante speranze, tante preoccupazioni, tante domande, tante idee che non sempre trovano compimento, tante realtà da organizzare, tante azioni da intraprendere, tante incertezze e tanti dubbi sul come, tanti passi iniziati, tanti percorsi giunti ad una svolta, tante lacerazioni, tante amarezze e tante croci intervenute sulla strada di ciascuno, tante prove, più o meno forti, più o meno travolgenti, tutte, sempre, da accettare ed offrire! Ma, insieme a tutto questo, tanto desiderio di non perdere tutto il bene ricevuto e fatto, e di continuare su quella strada che si era mostrata ben chiara sin dall’inizio: appartenere completamente a Cristo per essere “Liberi nella Verità”. Perché confidiamo totalmente in Colei che è la “Piena di Grazia”, in Colei che vive nel Cuore di Gesù e che a Lui sempre ci conduce, in Colei alla quale ci siamo consacrati, e che non può farci perdere per strada. Quando sembra di essere in stallo e siamo più bisognosi di un indirizzo, di una parola, bisognosi della Parola, dello Spirito, della Grazia, la Grazia arriva e ci viene donata, copiosa, sovrabbondante, come un fiume in piena.
Sabato è avvenuto, nelle parole limpide, serene, vere del cardinal Sarah. Qual è il nostro compito, cosa dobbiamo fare in questo tempo di prova, di profonda crisi della fede, di crisi nella Chiesa, di crollo indotto di tutte quelle certezze che sono le radici della nostra civiltà? La risposta è stata una, semplice, cristallina: ripartire da Cristo, ripartire dal Vangelo, dalla Sua Parola, unica e sola Parola che non torna a Lui senza aver compiuto ciò per cui è stata pronunciata. I Santi Apostoli non erano un esercito armato di mezzi di comunicazione all’avanguardia, pervasivi e tentacolari come quelli odierni… erano Dodici… e non avevano niente, se non la forza ed il fuoco dello Spirito Santo. Da Lui sono partiti, annunciando il Vangelo a tutti, ciascuno secondo i suoi carismi, tutti fedeli alla Parola: unica, letterale, non modificabile. Così quella Parola è stata trasmessa nel tempo dalla Tradizione apostolica: non uno iota di più, non uno di meno, perchè non si tratta di “parola” qualsiasi, ma della sola, unica, Vera Parola, quella che è la Verità e che, per ciò stesso, ci rende liberi. Eccoci allora, Signore! Eccoci pronti a compiere la Tua Volontà! Fiat Voluntas Tua, sicut in Coelo et in terra! Dalle parole del cardinal Robert Sarah abbiamo compreso che quella domanda di senso presente in ogni uomo (“Dio esiste?”), e che oggi più che mai ha bisogno di ricevere una risposta certa, ci deve portare a recuperare la risposta nel tesoro del patrimonio bimillenario della Chiesa. Questo è certamente un campo sul quale vogliamo espressamente puntare un ambito significativo della nostra azione. Dal tesoro del patrimonio della Chiesa, infatti, ricaviamo la certezza che l’uomo non è solo, non è mai stato solo e mai lo sarà. Ma se oggi la percezione della presenza di Dio si è quasi completamente perduta, al punto che il mondo attuale è in totale decadenza spirituale e morale, ciò è dovuto al fatto che, tra i Cristiani, mancano adoratori, mancano sempre più uomini e donne capaci di inginocchiarsi davanti a Dio per adorarLo: per contemplarLo e lasciarsi guardare da Lui. In una Chiesa inaridita da questa perdita colossale, quale testimonianza di Fede potrà mai aprire un varco di luce nei cuori di chi è fuori di essa? Quale testimonianza d’amore potrà dare risposta ai cuori che sono in ricerca? Ecco allora che il primo rinnovato nostro impegno deve necessariamente essere questo: recuperare il senso dell’adorazione davanti a Dio. Dobbiamo essere adoratori! Solo così le nostre vite, le nostre anime saranno plasmate dalla Grazia al punto che non potremo fare altro che consegnarci totalmente a Lui.
Chi consegna di sé a Cristo è ben riconoscibile, perché il suo interesse è che Cristo sia riconosciuto, servito, amato! Da questo impegno ne discende un altro: il nostro amore per la Santa Messa: parteciparvi costantemente,
Sabato 18 gennaio è stato come un nuovo inizio. Tante speranze, tante preoccupazioni, tante domande, tante idee che non sempre trovano compimento, tante realtà da organizzare, tante azioni da intraprendere, tante incertezze e tanti dubbi sul come, tanti passi iniziati, tanti percorsi giunti ad una svolta, tante lacerazioni, tante amarezze e tante croci intervenute sulla strada di ciascuno, tante prove, più o meno forti, più o meno travolgenti, tutte, sempre, da accettare ed offrire! Ma, insieme a tutto questo, tanto desiderio di non perdere tutto il bene ricevuto e fatto, e di continuare su quella strada che si era mostrata ben chiara sin dall’inizio: appartenere completamente a Cristo per essere “Liberi nella Verità”. Perché confidiamo totalmente in Colei che è la “Piena di Grazia”, in Colei che vive nel Cuore di Gesù e che a Lui sempre ci conduce, in Colei alla quale ci siamo consacrati, e che non può farci perdere per strada. Quando sembra di essere in stallo e siamo più bisognosi di un indirizzo, di una parola, bisognosi della Parola, dello Spirito, della Grazia, la Grazia arriva e ci viene donata, copiosa, sovrabbondante, come un fiume in piena.
Sabato è avvenuto, nelle parole limpide, serene, vere del cardinal Sarah. Qual è il nostro compito, cosa dobbiamo fare in questo tempo di prova, di profonda crisi della fede, di crisi nella Chiesa, di crollo indotto di tutte quelle certezze che sono le radici della nostra civiltà? La risposta è stata una, semplice, cristallina: ripartire da Cristo, ripartire dal Vangelo, dalla Sua Parola, unica e sola Parola che non torna a Lui senza aver compiuto ciò per cui è stata pronunciata. I Santi Apostoli non erano un esercito armato di mezzi di comunicazione all’avanguardia, pervasivi e tentacolari come quelli odierni… erano Dodici… e non avevano niente, se non la forza ed il fuoco dello Spirito Santo. Da Lui sono partiti, annunciando il Vangelo a tutti, ciascuno secondo i suoi carismi, tutti fedeli alla Parola: unica, letterale, non modificabile. Così quella Parola è stata trasmessa nel tempo dalla Tradizione apostolica: non uno iota di più, non uno di meno, perchè non si tratta di “parola” qualsiasi, ma della sola, unica, Vera Parola, quella che è la Verità e che, per ciò stesso, ci rende liberi. Eccoci allora, Signore! Eccoci pronti a compiere la Tua Volontà! Fiat Voluntas Tua, sicut in Coelo et in terra! Dalle parole del cardinal Robert Sarah abbiamo compreso che quella domanda di senso presente in ogni uomo (“Dio esiste?”), e che oggi più che mai ha bisogno di ricevere una risposta certa, ci deve portare a recuperare la risposta nel tesoro del patrimonio bimillenario della Chiesa. Questo è certamente un campo sul quale vogliamo espressamente puntare un ambito significativo della nostra azione. Dal tesoro del patrimonio della Chiesa, infatti, ricaviamo la certezza che l’uomo non è solo, non è mai stato solo e mai lo sarà. Ma se oggi la percezione della presenza di Dio si è quasi completamente perduta, al punto che il mondo attuale è in totale decadenza spirituale e morale, ciò è dovuto al fatto che, tra i Cristiani, mancano adoratori, mancano sempre più uomini e donne capaci di inginocchiarsi davanti a Dio per adorarLo: per contemplarLo e lasciarsi guardare da Lui. In una Chiesa inaridita da questa perdita colossale, quale testimonianza di Fede potrà mai aprire un varco di luce nei cuori di chi è fuori di essa? Quale testimonianza d’amore potrà dare risposta ai cuori che sono in ricerca? Ecco allora che il primo rinnovato nostro impegno deve necessariamente essere questo: recuperare il senso dell’adorazione davanti a Dio. Dobbiamo essere adoratori! Solo così le nostre vite, le nostre anime saranno plasmate dalla Grazia al punto che non potremo fare altro che consegnarci totalmente a Lui.
Chi consegna di sé a Cristo è ben riconoscibile, perché il suo interesse è che Cristo sia riconosciuto, servito, amato! Da questo impegno ne discende un altro: il nostro amore per la Santa Messa: parteciparvi costantemente,
Carissimi amici, buonasera, vi condivido una riflessione serale sulla giornata di sabato 18 scorso a Torino con il Cardinale Sarah. Un caro saluto!
Cari amici vi informo che stamattina sono al tribunale di Modena per Iustitia in Veritate (udienza davanti al gip per la opposizione alla richiesta di archiviazione) per l’inizio del processo a carico del responsabile della mostra blasfema di Carpi. Vi chiedo una particolare preghiera affinché tutto proceda secondo verità e giustizia.🙏
Anche sul canale youtube dell'Associazione
https://youtube.com/@associazioneculturalelogos2610?si=_nCKlBYF2TF-Zsql
https://youtube.com/@associazioneculturalelogos2610?si=_nCKlBYF2TF-Zsql
È da IERI disponibile sulla piattaforma della Scuola di Alta Formazione "Antonio Livi" l’attesissimo corso di DAVIDE LOVAT: “ Cristianesimo vivo! 52 puntate settimanali per uno speciale viaggio nella sapienza e nella cultura cattolica tra Arte, Letteratura, Storia e Fede . Un altro baluardo culturale immenso per la difesa della Tradizione e della Fede. Confidiamo nella tua piena adesione! Perchè non si tratta semplicemente di aderire a un corso, ma di sostenere l’intero PROGETTO CULTURALE della Scuola di Alta Formazione dedicata ad Antonio Livi. Noi ce la stiamo mettendo tutta 💪👍. Aspettiamo anche te! GRAZIE! 🤗🤗 Pagina di presentazione: https://www.scuolalivi.it/pages/corso_cristianesimo_vivo_prof_davide_lovat