Sul Criterion Channel arrivano tre film di Lizzie Borden e per l'occasione viene pubblicata un'intervista alla regista che riflette dopo piĂą di quarant'anni sulle sue produzioni. Ripropongo anche la traduzione delle buon @lasmarginatura di uno scritto di Johanna Isaacson sull'incendiaria allegoria femminista Nate tra le fiamme (1983)
"Il film fa appello allo spettatore perché pone domande aperte. Come possiamo creare uguaglianza? Come possiamo intraprendere la pratica femminista, pur riconoscendo le differenze tra le donne, in particolare le differenze di razza e classe? Il film non dà risposte, ma semplicemente presenta queste domande attraverso la messa in scena di dibattiti, rappresentazioni di intimità non convenzionale e sperimentale. Formalmente, Born in Flames accoglie questa polifonia gettendo quasi tutte le tradizioni del cinema narrativo, avanzando invece un'atmosfera granulosa, collage, documentaria, senza mai accontentarsi di una singola prospettiva o personaggio."
https://lsmarginatura.substack.com/p/lost-in-translation-15-hollywood-21-05-28
"Born in Flames took five years, but it was made out of urgency about violence: out of abortion bans, racism, rape, prison, the lack of control that women have over our bodies. I see it as a series of questions about what it takes for women to take up arms. The women try leafleting, then radio, then breaking into the TV station to play their videos on-air to have their voices heard. In the end, their voices are not heard, so what’s left?"
https://www.criterion.com/current/posts/8450-the-urgency-of-the-moment-a-conversation-with-lizzie-borden