un caos ovunque, un insieme di pezzi, attrezzi, utensili ovunque gettati, senza apparente criterio, ma ordine nella mente dell'autore del caos, proprietario della bottega.
osservavo tale apparente contraddizione e mi dicevo: e se non volesse dare la minima energia all'ordine perché ha deciso di rivolgerla del tutto ad altro? era solo un'ipotesi.
in effetti gli argomenti con adalberto sono sempre stati fuori dagli schemi, originali, quelli che amo. mi diceva del trasferimento di energia da un vettore all'altro facendomi l'esempio del contenitore posto sotto pressione che si scalda, che poi rilascia il gas che dunque si espande e restituisce l'energia che ha immagazzinato, non altrimenti persa, sottraendo calore all'aria, così generando freddo. tutto ciò per inquadrare le dinamiche sociali accostandole alle leggi della fisica dei fluidi.
finché però nel gioco giunge quel che chiamo pensiero comune, che è diventato struttura, abitudine, convenzione, schema che ripete gesti ed azioni che hanno perso senso. in tale contesto incoerente, le leggi della fisica sono inapplicabili poiché a governare sono quelle del caos, dell'abitudine, che, senza senso, ripete sé stessa, come un meccanismo.
qualcuno dirà: il senso dell'andare al lavoro ogni mattina sta nel provvedere alle mie esigenze fisiche e materiali. sarebbe corretto solo se non vi fosse un modo naturale di provvedere a sé stessi. poiché quest'ultimo modo esiste, il primo perde immediatamente interesse e significato. però continuiamo ad andare al lavoro ogni mattina. da qui nasce una sofferenza interiore dovuta ad un processo schizofrenico di separazione e di contestuale forzata convivenza di due soggetti antitetici, e bilanciarli ogni giorno è talvolta impossibile, altre volte è molto faticoso.
così, nella bottega fredda e umida, nel nucleo del paese, mi son trovato a leggere ad adalberto gli 11 punti sulla struttura di pensiero neoliberista ed abbiamo condiviso un sentire comune tra una frase e l'altra, attraverso gli sguardi. è rimasto scettico e trasognato, come chiunque che per la prima volta vi si accosti, poi ci siamo salutati e l'intervento sulla motosega lo ha eseguito in dono.
gli ho lasciato il mio numero di telefono, invitandolo a chiamare se avrà bisogno di qualcosa...
semi sparsi nel mondo.
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