🙏NON DIMENTICHIAMO LA SEQUENZA Dies Irae…
Giorno d’ira sarà quello: il fuoco distruggerà il mondo come disse David con la Sibilla [2].
Qual terrore vi sarà, quando verrà il giudice ad esaminare tutto con rigore!
La tromba spanderà il suono mirabile sulle fosse della terra, radunerà tutti presso il trono.
Stupirà morte e la natura, quando la creatura risorgerà per rispondere al Giudice.
Sarà aperto il libro scritto, dove è tutto quello riguardo a cui il mondo sarà giudicato.
Quando il Giudice si assiderà, tutto ciò che è occulto sarà svelato: niente resterà segreto.
Misero che sono! che dirò allora? A chi mi raccomanderò se appena il giusto sarà sicuro?
O Re di tremenda maestà, che salvi gratuitamente gli aletti, salvami, o fonte di pietà.
Ricorda, o Gesù pio, che io son la causa della tua venuta: non mi dannare in quel giorno.
Ti affaticasti a cercarmi, per salvarmi hai sofferto la croce: non sia vano tanto lavoro.
Giusto giudice vendicatore, dammi la grazia del perdono avanti il giorno dei conti.
Come reo gemo, la colpa copre di rosso il mio volto, o Dio, perdona a chi ti supplica.
Tu che assolvesti la Maddalena ed esaudisti il ladrone, da’ anche a me la speranza.
Le mie preghiere non son degne, ma tu buono e pietoso fa’ che non bruci nel fuoco eterno.
Mettimi tra le pecorelle, e separami dai capretti, ponendomi dalla parte destra.
Condannati i maledetti, e consegnatili alle orribili fiamme, chiama me coi benedetti.
Ti prego supplice e prosteso, col cuore contrito come la cenere, abbi cura del mio fine.
Giorno di lacrime sarà quello in cui dalla cenere l’uomo reo risusciterà per essere giudicato.
A lui dunque perdona, o Dio. O pio Signore Gesù, dona loro il riposo. Così sia.
https://www.youtube.com/watch?v=JzFM8xBjrSI
Dies Irae, dies illa solvet saeclum in favilla teste David cum Sybilla.
Quantus tremor est futurus, Quando judex est venturus, Cuncta stricte discussurus.
Tuba, mirum spargens sonum per sepulcra regionum coget omnes ante thronum.
Mors stupebit et natura, cum resurget creatura,judicanti responsura.
Liber scriptus proferetur, in quo totum continetur, unde mundus judicetur.
Judex ergo cum sedebit, quidquid latet, apparebit: nil inultum remanebit.
Quid sum miser tunc dicturus? quem patronum rogaturus, cum vix justus sit securus?
Rex tremendae majestatis, qui salvandos salvas gratis, salva me, fons pietatis.
Recordare, Jesu pie, quod sum causa tuae viae ne me perdas illa die.
Quaerens me, sedisti lassus, redemisti Crucem passus: tantus labor non sit cassus.
Juste judex ultionis, donum fac remissionis ante diem rationis.
Ingemisco, tamquam reus, culpa rubet vultus meus supplicanti parce, Deus.
Qui Mariam absolvisti,et latronem exaudisti,mihi quoque spem dedisti.
Preces meae non sunt dignae, sed tu bonus fac benigne, ne perenni cremer igne.
Inter oves locum praesta, et ab haedis me sequestra, statuens in parte dextra.
Confutatis maledictis, flammis acribus addictis, voca me cum benedictis.
Oro supplex et acclinis, cor contritum quasi cinis: gere curam mei finis.
Lacrimosa dies illa, qua resurget ex favilla judicandus homo reus.
Huic ergo parce, Deus: pie Jesu Domine, dona eis requiem. Amen.