È semplice da spiegare ma difficile da applicare, essa è espressione di una pulsione a trasformare la materia prima dell’esperienza in conoscenza, riuscire a portare alla luce il lato che dorme nell’oscurità degli istinti.
Bello e quindi cosa dovremmo fare ?
Servono pratiche che pur appartenendo a epoche e a luoghi lontanissimi, hanno una radice comune, esse mostrano come le scoperte scientifiche possano essere in realtà il ritrovamento di antichissime e universali esperienze che, appunto per questo, definiamo «archetipiche».