Alexander Hislop, nel suo libro "The Two Babylons" (1853), propose una teoria che collegava l'antica religione babilonese con il cristianesimo, in particolare con il cattolicesimo romano. Secondo la sua interpretazione, Hislop sosteneva che molte pratiche e credenze del cattolicesimo fossero derivazioni dirette dai culti pagani della Mesopotamia, in particolare il culto di Semiramide e Tammuz. Ecco come Hislop ha sviluppato e collegato queste idee:
### 1. Semiramide e Tammuz come proto-cristianesimo
Hislop ipotizzò che Semiramide, la leggendaria regina babilonese, fosse la fondatrice di un sistema religioso basato sul culto della madre e del figlio, in cui Semiramide divinizzò sé stessa come la "madre divina" e suo figlio, Tammuz, come il "dio risorto". Questa struttura di culto madre-figlio fu, secondo Hislop, l'origine di molte pratiche e simboli del cristianesimo, specialmente il culto mariano (la venerazione di Maria) e la figura di Gesù come il "figlio risorto".
- Semiramide e Maria: Hislop sostenne che la figura di Semiramide fosse stata trasformata nella figura della Vergine Maria nel cristianesimo. La venerazione di Semiramide come "madre divina" e regina del cielo fu, nella sua teoria, reinterpretata nella venerazione di Maria come madre di Dio e "Regina del Cielo".
- Tammuz e Gesù: Secondo Hislop, il mito di Tammuz (o Dumuzi), che moriva e risorgeva, veniva associato alla resurrezione di Gesù. Hislop affermava che il culto di un dio che muore e risorge era comune nelle religioni pagane del Vicino Oriente, e che il cristianesimo avrebbe incorporato questi elementi, in particolare dalla tradizione babilonese.
### 2. Babilonia come simbolo del cattolicesimo
Hislop utilizzò anche la figura di Babilonia, descritta nella Bibbia, come simbolo del peccato e della confusione religiosa. In Apocalisse 17, Babilonia viene descritta come una "grande prostituta" e viene spesso interpretata come un simbolo di corruzione religiosa. Hislop identificò questa "Babilonia" con la Chiesa Cattolica, sostenendo che il cattolicesimo romano fosse una continuazione delle pratiche e delle credenze dell'antica Babilonia.
Hislop avanzò l'idea che molte pratiche cattoliche, come la venerazione di immagini, i sacramenti e le feste religiose, fossero derivazioni dirette di antiche pratiche pagane babilonesi:
- Adorazione delle immagini: Hislop affermava che l'uso di immagini e statue nella venerazione cattolica fosse una forma di idolatria che derivava dalle pratiche babilonesi di adorazione delle statue di divinità pagane.
- Feste e simboli: Hislop suggerì che feste cristiane come il Natale e la Pasqua fossero originariamente feste pagane. Ad esempio, associava la celebrazione del Natale con antiche feste solari e quella della Pasqua con i rituali legati al culto di Tammuz e alla sua resurrezione.
### 3. Papato e culto solare
Hislop cercò anche di collegare il ruolo del Papa e la gerarchia ecclesiastica cattolica con i sacerdoti e i re-sacerdoti dell'antica Babilonia. Egli riteneva che il papa fosse l'erede di una tradizione religiosa che aveva avuto origine con i re-sacerdoti babilonesi, che si proclamavano vicari di divinità solari.
Secondo Hislop, il culto del sole, che era diffuso in molte culture antiche, aveva influenzato il cristianesimo, e molti dei simboli utilizzati dalla Chiesa Cattolica (come il nimbo o aureola nelle raffigurazioni sacre) erano derivati da antichi culti solari.
### 4. Critica del cattolicesimo
Il lavoro di Hislop fu fortemente critico nei confronti della Chiesa Cattolica, che egli considerava una corruzione del cristianesimo originale. Il suo libro fu scritto in un contesto fortemente protestante e anti-cattolico, e cercava di dimostrare che molte delle dottrine e delle pratiche cattoliche non avevano basi nel Nuovo Testamento, ma erano invece sopravvivenze di religioni pagane pre-cristiane.