L’INCHIESTA di FRANCESCO SINATTI – Risalirebbe all’iscrizione di una sedicente “società Italia”, “Republic of Italy”, alla S.E.C.
La Repubblica Italiana, registrata come “una società privata”, il mistero dei diritti dei “cittadini e/o sudditi”. La questione della “sovranità italiana”, assume un riflesso ancor più inquietante, se andiamo a curiosare nei dettagli che appartengono ad un lontano passato, di cui gli italiani, delle ultime quattro o cinque generazioni, non hanno memoria. La nazione Italia, di fatto, risulterebbe essere una “società privata”, incredibile a dirsi!
Non un istituzione definita: Repubblica! Che non è certo un istituito di diritto privato
Quale traumatico accadimento si sarebbe verificato, in tempi lontani, tale da “trasformare” l’istituzione, “Italia monarchico – fascista”, in una sedicente “corporation”? L’Italia “nazione”, pare che, fra il 1933 – 34, con in carica l’allora ministro del tesoro e finanze, Jung (ministro per solo sei mesi), sia stata trasformata, nella sedicente: “Republic of Italy”, società di “diritto privato”, iscritta alla S.E.C. di Washington D.C. (USA, Securities and Exchange Commission).
Ne conseguirebbe che, la “Republic of Italy”, dal 1934, non sarebbe più stata una “nazione libera”, ed in seguito, dal 1947, una pubblica Repubblica (delle banane), ma al contrario sarebbe (almeno dal 1934) una “Private Company”.
Per questa misteriosa circostanza ”la Republic-corporation” avrebbe, dunque, governato, i sedicenti cittadini, come “cose appartenenti e di proprietà” (perché nati entro i confini del territorio definito “Italia”), di una società privata. La legge vigente, fra “la Republic” e i suoi “sudditi”, sarebbe perciò il “diritto commerciale” o U.C.C. (Unified Commercial Code), derivante dal diritto marittimo o dell’ammiragliato.
L’Italia, dunque, secondo tali regole, sarebbe una “corporation”, con uomini e donne senza diritti, in quanto ridotti: “a beni di proprietà conferiti all’azienda Italia”, il cui scopo ultimo sarebbe produrre profitti per un “entità non conosciuta”, che niente avrebbe a che fare con il territorio nazionale.
Queste informazioni sono accessibili a tutti (coloro che volessero approfondire il tema), derivando da fonti aperte, di fatto, quanto detto, risalirebbe all’iscrizione di una sedicente “società Italia”, la cui ragione sociale è “Republic of Italy”, alla S.E.C., il cui numero di matricola sarebbe: 0000052782!
Non spetta a noi stabilire, se quanto appena scritto, risponda a “verità” o meno, ci basti al momento, rilevare la “bizzarra anomalia” che, in effetti, riscontrerebbe una registrazione, presso la S.E.C., di una sedicente società definita: “Republic of Italy”. Tutto ciò, risulterebbe quanto meno singolare, per l’appunto, una società che si registra alla S.E.C., sia dia nome “Republic of Italy”!
“L’autodeterminazione” del cittadino, un percorso ostacolato dallo Stato
Questa “storia”, sulla piena sovranità (o meno) dell’Italia sul suo territorio, per la quale, lo “Stato” sarebbe, in realtà, una società di diritto privato, e avrebbe, dunque, variato “lo status” dei cittadini (in un non meglio precisato) “status di sudditanza e proprietà” (per i nati entro i confini del territorio definito: “Republic of Italy”).
Tutto ciò non ha lasciato indifferenti coloro che ne sono venuti a conoscenza, anzi, a questo proposito, alcuni “italiani” hanno approfondito il tema della “cittadinanza” rinvenendo una serie di anomalie, specie nella registrazione anagrafica, che li ha spinti, in questi specifici casi, a chiedere allo Stato (mediante i suoi uffici pubblici, procura e anagrafe) di asseverare una “rinnovata” registrazione anagrafica, comprensiva di documenti “corretti” e modificati documenti d’identità!
In una buona sostanza hanno attivato un specifico iter giuridico – burocratico, (denominato appunto) “autocertificazione dell’esistenza in vita”, che rimettesse al centro dei propri diritti, il diritto del cittadino (in quanto uomo/donna) alla propria “auto – determinazione”, dichiarandosi individuo vivente (e non oggetto di proprietà di società) dotato di