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Il Vangelo del giorno e il commento

VANGELO DEL GIORNO (Italian)

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VANGELO DEL GIORNO

22 Sep, 08:49


OMELIA DI OGGI
https://youtu.be/dcMg1hVD3t4?si=zP7ujxQQhBcnLYT_

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VANGELO DEL GIORNO

22 Sep, 08:48


BAMBINI POSTI NEL MEZZO DELLA VERITA' DOVE GESU' CI ABBRACCIA PER UNIRCI A LUI

Per dirci la serietà del peccato Gesù ce ne mostra le conseguenze, rivelandoci con la sua libera consegna alla morte il suo amore per noi, tanto grande da far paura. Gesù è inchiodato sulla Croce per un amore che ha esigito la morte, come l'amore d'una madre esige il dolore del parto. La morte di Gesù ci parla di noi, dei nostri peccati, che hanno esigito la morte di Gesù. Siamo peccatori: «E neppure i demoni lo crocifissero, ma sei stato tu con essi a crocifiggerlo, e ancora lo crocifiggi, quando ti diletti nei vizi e nei peccati». (San Francesco d'Assisi). Ecco perché l'annuncio di Gesù terrorizza i discepoli e tutti noi; ecco perché la morte ci fa paura: il peccato ha avvelenato la nostra vita, e non lo possiamo accettare, siamo abituati a dare la colpa a tutto ciò che si trova fuori di noi. Discutiamo sempre su chi sia il più grande, ed è un'immagine delle relazioni avvelenate di chi non accetta la realtà dei propri peccati a causa dell'orgoglio che, scalando prestigio, potere e affetto, camuffa l'estrema indigenza di un cuore malvagio. Non possiamo accettare di essere smascherati come peccatori, empi che hanno ucciso davvero Cristo. Ma nella Chiesa ci è offerto un cammino di conversione nel quale Gesù si consegna a noi attraverso la Parola e i Sacramenti che hanno il potere di riconsegnarci alla nostra realtà. Per essere salvati abbiamo bisogno che la Chiesa ci "faccia" bambini, immagine di ogni uomo che, pur ferito dal peccato originale, può consegnarsi a Cristo. Un bambino è quello che è, tante volte capriccioso i bambini è però "naturalmente" consapevole della propria debolezza e per questo, di fronte alle cose più grandi, è capace del puro abbandono alla mano dei genitori in una semplice e umile accoglienza del loro amore. Per questo Gesù parla dei piccoli per indicare chi crede in Lui e i suoi discepoli inviati ad evangelizzare. Un cristiano è rinato nell'amore che lo "fa" essere, in pace, quello che è; per questo "non va in cerca di cose grandi superiori alle sue forze" ma, "come un bimbo che riposa in braccio a sua madre" dopo la poppata, consegna tutto se stesso a Cristo che si è consegnato a lui senza riserve. La verità della nostra piccolezza emerge infatti dall'enormità del suo amore; dinanzi alla Croce non possiamo che scoprirci bambini per sperimentare la beatitudine annunciata dal Signore proprio agli antipodi di quelli che il mondo considera come i luoghi dove si può essere felici: "Beato il servo, che non si ritiene migliore, quando viene lodato e esaltato dagli uomini, di quando è ritenuto vile, semplice e spregevole, poiché quanto l’uomo vale davanti a Dio, tanto vale e non di più" ammoniva San Francesco. E come lui, che ai piedi della Croce ha compreso di valere infinitamente nell'abbraccio di Gesù, anche noi, giungendo alla verità, potremo sperimentare la grandezza dell'amore di Dio che dà un valore inestimabile proprio alla nostra piccolezza. Perché Gesù prende in braccio i piccoli, i poveri, i peccatori. La croce che ci umilia infatti, è dove si stende il suo abbraccio con cui ci accoglie nel perdono. Ecco il segreto nascosto alla sapienza mondana: l'amore si fa bambino per ricrearci bambini, indifeso perché smettiamo di difenderci, piccolo perché abbandoniamo i miseri sogni di grandezza. La storia che oggi ci crocifigge e ci fa paura è lo scrigno nel quale l'amore del Padre amore si fa bambino nel suo Figlio per incarnarsi nella nostra vita. Accompagnati dalla Chiesa impariamo allora ad accogliere la storia di ogni giorno per abbracciare Gesù laddove Egli ci abbraccia, nell'indigenza che ci fa suoi prediletti. Chi vive così è un cristiano, uno cioè che sa di essere l'ultimo di tutti e ne è felice, perché all'ultimo posto ha conosciuto il Signore sceso sin lì per unirsi a lui.

VANGELO DEL GIORNO

22 Sep, 08:47


*XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO. ANNO B*

L’annuncio di Gesù oggi fa luce su chi noi siamo veramente. La verità sulla nostra piccolezza emerge dall’enormità del suo amore. Dinanzi alla Croce non possiamo che scoprirci bambini, infinitamente piccoli. Dinanzi al peccato il suo amore svela la nostra identità: mendicanti d’amore. Come san Francesco, che infatti ai piedi della Croce è stato abbracciato da Gesù, perché Lui prende in braccio i piccoli, i poveri, i peccatori. La sua Croce è il suo abbraccio consegnato a ciascuno di noi, il suo perdono, il suo amore.

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VANGELO DEL GIORNO

18 Sep, 06:14


https://youtu.be/hdL-Zcbsmzw?si=UR1gYu6J28_n-fuW

VANGELO DEL GIORNO

18 Sep, 06:13


MERCOLEDÌ DELLA XXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

La Sapienza è una madre che rigenera e dà alla luce i suoi figli che ne testimoniano la giustizia. Ecco il culmine inaspettato della creatività coraggiosa di Dio che chiama la Chiesa perché non si fermi dinanzi alle difficoltà, ed esca senza paura nelle piazze dove si raduna una generazione bambina, che ha bisogno di essere raggiunta laddove si trova, impigliata nei capricci. Come è accaduto e accade a noi, cercati mille volte sino a che non abbiamo capitolato dinanzi alla Croce dove Gesù stendeva le sue braccia per accoglierci così come eravamo e, nella Chiesa, farci "figli" della Sapienza capaci di renderle testimonianza. 

VANGELO DEL GIORNO

17 Sep, 06:10


RISUSCITATI DALLA COMPASSIONE DEL FIGLIO PER INTERCESSIONE DELLA MADRE CHIESA

Gesù è il Figlio prediletto e scelto perché, con la sua morte e resurrezione, riconducesse ogni figlio al Padre perduto. Non per caso si trovava lì, in quel momento preciso: era profezia del suo cammino verso la Croce e la tomba, fuori dalle “porte” di Gerusalemme. Avvocato di ogni uomo, doveva incontrare quell'orfano ormai morto proprio “alla porta della città”, dove a quel tempo si svolgevano i processi. Doveva farlo assolvere annunciando che avrebbe preso su di sé la sua condanna, andando Lui, innocente, nella tomba preparata per ogni peccatore. Esattamente come si trova ora alle “porte” della nostra vita, al limite estremo che ci separa dalla polvere impura di solitudine e silenzio dei terreni fuori città, dove sorgevano i cimiteri. Ma, per ridonarci il Padre, Gesù ha bisogno di guardare e avere compassione di nostra Madre. E chi è nostra Madre? Non solo colei che ci ha generato nella carne. E' Maria, la Madre che ha dato alla luce il Figlio del Padre di ogni uomo. Anche di Lei è immagine la vedova del Vangelo. Oggi di nuovo Maria piange per noi perché ci ama; per salvarci, deve essere lì, accanto ai peccatori, dove incontrare la “compassione” di Gesù e ascoltare l’annuncio capace di consolare e schiudere la tomba: "Non piangere!". Noi siamo morti, e, schiacciati dall’orgoglio, da soli non avremmo la forza di ascoltare. Solo abbandonati alle lacrime di compassione della Chiesa, appoggiati alla sua fede e insieme alla comunità, potremo dischiudere il cuore per accogliere le parole di Gesù. "Non piangere!", le stesse parole che hanno fatto fremere il cuore di Maria Maddalena piangente aprendolo alla sua vittoria, sino a conoscere, in Lui, il Padre suo e Padre nostro; come oggi risvegliano in noi la Verità che la Chiesa ci ha annunciato mille volte: non piangere, la morte è vinta, ogni peccato è perdonato, Cristo è risorto dal sepolcro! La "compassione" di Gesù è quella di suo Padre che lo ha “toccato” con il suo Spirito quando giaceva esanime nella tomba, riscattandolo dalla morte. E' la stessa con cui Gesù “tocca” oggi la nostra bara, contaminandosi con la nostra morte per purificarci e “rialzarci” a una nuova vita. "Dico a te!": a me, a te, proprio a noi, e non sono parole dette così, alla massa. Sono una chiamata personale ad alzarci dalla tomba, forse a confessare quel peccato che abbiamo sempre occultato o minimizzato, perché Gesù vuole “riconsegnarci a nostra Madre”. È il potere della sua Parola che ci libera dal peccato e ci fa tornare vivi a casa, nella comunità cristiana, dove ascoltare la Parola di Dio e accostarci al banchetto che il Padre ha preparato per donarci il suo Figlio. Solo così potremo “sederci e ricominciare a parlare", come facevano i rabbini, cioè come qualcuno che ha qualcosa di autentico da trasmettere. Il Signore ha il potere di fare di noi, anche se “giovinetti”, ancora deboli, fragili e inesperti, dei padri e maestri per questa generazione. Liberi dal narcisismo perché figli di Dio, potremo amare e perdere la vita perché tutti ascoltino l’annuncio che ha salvato noi.

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VANGELO DEL GIORNO

17 Sep, 06:10


https://youtu.be/_I2p_sZstnw?si=CLakdR8rVthi4i1l

VANGELO DEL GIORNO

17 Sep, 06:10


MARTEDÌ DELLA XXIV SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

Non piangere! Questo è l'annuncio della Chiesa che trasmette le parole di Gesù per noi,mentre seguiamo il funerale delle nostre speranze, dell'amore che sappiamo donare. Lui si contamina con la nostra morte prendendo i peccati su di sé per risuscitarci e riconsegnarci all'amore.

VANGELO DEL GIORNO

15 Sep, 21:33


Non aveva compreso l’amore, il dover morire per risuscitare, il dover caricarsi del rifiuto e dei peccati, per cancellarli e per risorgere, garanzia del perdono e della vita eterna.

Lo capirà più tardi, quando l’evento annunciato si farà carne in Lui, la carne santificata dallo Spirito di Cristo risorto. Quando il pensiero sarà, per mezzo dello Spirito Santo, lo stesso pensiero di Cristo, e guiderà la sua carne ad essere offerta in una missione identica a quella del Signore. Sino alla Croce.

Quello che ora rifiuta sarà il suo destino, la morte con la quale glorificherà chi ha rifiutato. E così per noi. Esattamente quello che stiamo oggi rifiutando sarà il nostro trofeo, il candelabro sul quale brillerà la luce del Padre in noi. Malattie, fallimenti, rifiuti. La nostra croce.

Per ora però, Pietro deve scendere, tornare, convertirsi. Tornare a camminare dietro Gesù, perché l’originale greco non dice “lungi da me” ma “dietro di me”. Quest’ultima è l’espressione che caratterizza il discepolo.

Gesù vuole Pietro vicino. Ci vuole con Lui, ma al nostro posto sul cammino di conversione che ci conduce alla fede adulta, ad offrire la nostra vita sulla Croce. Non ci giudica, ci illumina. Ci dice la verità e svela quel che abbiamo nel cuore e nella mente.

E ci attira a sé con amore, per imparare a seguirlo, a camminare umilmente ogni giorno con Lui, per conoscerlo negli eventi della vita. Può chiamarci con autorità ad odiare e rinnegare la nostra vita, quella dell’uomo vecchio, perché, come un fidanzato che chiede la mano alla fidanzata, ha mostrato chi è, ha rivelato il suo amore.

Su di esso possiamo fondare la nostra vita rinnovata in Lui, possiamo uscire dalla casa dei nostri genitori, dove abbiamo cercato di difenderci e salvare la nostra vita, e seguirlo caricando la nostra croce, dove, uniti a Lui nostro Sposo, potremo perdere la vita in virtù del suo potere, per Lui e per il Vangelo.

Sì, fratelli, nella Chiesa sperimentiamo a favore di tutti l’amore infinito di Dio. Ascoltiamo il vangelo che, facendosi carne in noi, diventa una Buona Notizia per ogni uomo. E’ questa la vita nuova, salvata oggi e per l’eternità, quella spesa sino all’ultimo respiro per annunciare il vangelo.

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