CHIAREZZA SULLE VOTAZIONI IN MOLDOVA
A spoglio praticamente ultimato (mentre scrivo alle 13.10 è stato conteggiato il 99,50% delle schede), i risultati del voto moldavo confermano sia per il referendum che per l'elezione presidenziale quello che già si sapeva, ovvero che, al di là delle facili propagande, il paese è assolutamente spaccato. Sul referendum, chiariamo immediatamente un punto: non è, come è stato spesso presentato, un referendum "per l'ingresso nell'Unione Europea", perché nell'Unione Europea non si entra per referendum del richiedente. Più semplicemente, e più simbolicamente, è un voto per cambiare la Costituzione e inserirvi "l'integrazione nell'Unione Europea come obiettivo strategico". Stesso ragionamento per le elezioni presidenziali: la Moldavia è una Repubblica parlamentare, non presidenziale. Si tratta di voti che quindi non cambiano realmente l'assetto politico del paese, ma certo danno l'idea della direzione che intende prendere - e la direzione, sostanzialmente, è restare fermi.
Per il sì al quesito referendario, infatti, ha votato (sempre al momento in cui scrivo) il 50,42%, per il no il 49,58. Con un dettaglio importante: prima che iniziassero a venire conteggiati i voti provenienti dalla diaspora moldava all'estero, il no era comodamente in testa di circa il 20%. Stesso discorso per le presidenziali: al momento (col 99,41% delle schede conteggiate) Maia Sandu è in testa col 42,31%. È sempre stata in testa ma il suo margine sul secondo candidato, Alexandr Stoianoglo, era molto più risicato prima che si iniziassero a contare i voti dall'estero. E in entrambi i casi è un "estero" piuttosto sbilanciato verso l'Unione Europea: i 500.000 moldavi residenti in Russia, infatti, hanno avuto a disposizione solo due seggi, entrambi a Mosca, e a quanto pare solo 10.000 schede elettorali. Stando così le cose, e vista l'occupazione pressoché totale dello spazio informativo moldavo dalla propaganda a favore del sì e di Sandu, possiamo sbilanciarci a dire che il risultato referendario, sebbene positivo nel numero, non lo sia affatto nella sostanza. Aggiungiamo altri due dettagli interessanti: la Transnistria ha ovviamente votato no per il referendum, ma "solo" al 62,56% (e ci sono "solo" 10 punti percentuali di vantaggio per Stoianoglo su Sandu), invece la Gagauzia ha votato no con uno stupefacente 94,84%, e Sandu ha avuto il 2,26% dei voti ed è al momento quinta.
GRAZIE #Realityofwar
@borghi_claudio
Trovate tutti i dati, e vi potete fare tutti i break-up del voto che volete, sul sito ufficiale delle elezioni: pv.cec.md/cec-template-r…