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14 Jan, 12:43


Bel grafico di Goldman che mostra la reazione dei vari settori (e fattori) al variare dei rendimenti., evidenziando come si sono modificate le correlazioni tra il 2010 e 2022

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14 Jan, 08:58


https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2736423

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14 Jan, 08:58


Se siete interessati ad un bel paper sulle prospettive di rendimento dei mercati azionari a lungo termine lo trovate qui👆👆👆👆

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14 Jan, 08:52


Buongiorno a tutti. L'aumento del dollaro (dollar index) sommato all'aumento dei rendimenti (linea rossa scala sinistra) tende a creare condizioni finanziarie restrittive che si riflettono nelle sorprese economiche (CITI Economic Surprise Index, linea nera scala destra) con un ritardo di circa due mesi. Almeno così è accaduto negli ultimi due anni

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19 Dec, 21:37


Dopo 549 giorni di inversione della curva dei rendimenti (calcolati in giorni di mercati aperti), il differenziale tra i Treasury a 10 anni e quelli a 3 mesi torna a mostrare una pendenza positiva. E' stata l'inversione più lunga della storia (pannello in basso)

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19 Dec, 20:33


Nel grafico ho riportato la curva dei rendimenti USA e lo spostamento che ha subito rispetto a 17/09/2024, che il giorno precedente il primo taglio dei tassi della Federal Reserve, e rispetto al giorno delle elezioni americane, quando era ancora invertita. Il movimento rispetto al settembre è stato davvero significativo.

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19 Dec, 14:59


Il dot plot della Federa Reserve aggiornato

https://paolocardena.com/come-interpretare-il-dot-plot-della-federal-reserve/

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18 Dec, 20:18


Eur/Usd 1,035

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18 Dec, 16:49


Certo, pagare oltre un trilione di dollari di interessi sul debito può sembrare impressionante a prima vista. Tuttavia, questo dato va contestualizzato rapportandolo al PIL. In questo modo, il quadro cambia e appare meno allarmante, considerando che si tratta di livelli significativamente inferiori rispetto a quelli raggiunti alla fine degli anni '80. In confronto, l'Italia spende oltre il 4% del PIL in interessi sul debito pubblico, ma senza poter contare sui vantaggi che gli Stati Uniti hanno: una valuta di riserva globale come il dollaro, la Federal Reserve, l'economia più grande e innovativa al mondo, e il più potente esercito a livello globale.
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18 Dec, 16:28


Circa il 77% del debito degli Stati Uniti è detenuto da soggetti domestici, come banche, fondi comuni, assicurazioni, società corporate e la Federal Reserve. Il restante 23% è nelle mani di stati e investitori esteri. Di questo 23%, quasi la metà è detenuta dai paesi rappresentati nel grafico. La Cina, che in passato deteneva una quota più consistente, ha ridotto le sue riserve di debito americano vendendo circa 600-700 miliardi di dollari e ora possiede poco più del 2% del totale. Per chi teme un default degli Stati Uniti, c'è ancora da attendere. Inoltre, gli USA beneficiano di un privilegio unico al mondo: il dollaro come valuta di riserva globale. Questo consente loro di emettere debito a condizioni più favorevoli rispetto a quelle che affronterebbero senza tale status, rendendo la loro posizione finanziaria più solida di qualsiasi altro paese al mondo.
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18 Dec, 12:08


Suppongo vi farà piacere sapere che l'economia italiana sta per raggiungere lo stesso livello precedente la crisi del 2008, cioè 16 anni fa. Nel frattempo l'economia americana è cresciuta del 40% e quella tedesca di oltre il 30% ecc ecc. E' un enorme successo che non ci siamo estinti :-)
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18 Dec, 11:50


C'è stato un tempo in cui le azioni europee performavano come quelle americane se non meglio. Poi è accaduto qualcosa...

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17 Dec, 20:03


Altri segni evidenti di dedollarizzazione, con il dollaro che viene utilizzato nel 49% dei pagamenti globali, il livello più alto in oltre 12 anni. L’euro invece se la passa benissimo😅😅😅

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15 Dec, 19:43


Prendendo come riferimento gli indici MSCI USA e MSCI EUROPA, nel grafico vengono rappresentate le dinamiche delle valutazioni tra le due aree in termini di price/earnings 12 mesi forward e lo spread tra le valutazioni (istogrammi in basso). Negli ultimi 40 anni non si è mai assistito a dei differenziali di valutazione così ampi tra le due aree. Un grafico che dice molto sulle valutazioni degli USA, ma che dice tutto sull'Europa....
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15 Dec, 18:09


Un aggiornamento delle valutazioni dei mercati in giro per il mondo. - Ultimo rapporto PE (punti rossi) : il rapporto PE attuale per ogni paese, mostrato come un punto rosso. Ciò rappresenta la valutazione di mercato in base agli utili futuri.
- PE medio a 10 anni (diamanti neri) : il rapporto PE medio degli ultimi 10 anni per ogni paese, mostrato come un diamante nero. Ciò fornisce un confronto per valutare dove si collocano le valutazioni attuali rispetto alla media storica.
- Intervallo massimo-minimo a 10 anni (barre blu) : l’intervallo completo dei rapporti PE che ogni paese ha sperimentato negli ultimi 10 anni. La barra celeste aiuta a contestualizzare l’ultimo rapporto PE in senso storico, indicando se il rapporto attuale è verso l’estremità alta o bassa dell’intervallo.
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15 Dec, 13:11


Bel grafico di Bank Of America, dove si evidenzia che quando gli analisti sono estremamente rialzisti sulle prospettive di crescita degli utili (previsioni elevate), i mercati tendono a “prezzare” già quelle aspettative. Questo significa che gran parte della crescita è già scontata nei prezzi delle azioni, lasciando poco spazio per ulteriori guadagni.
In alcuni casi, aspettative troppo elevate portano a delusioni, causando vendite e rendimenti negativi.
Vale anche l’inverso, ossia quando le aspettative di crescita degli utili sono molto basse (come nel marzo 2009 o marzo 2020), il mercato è spesso sottovalutato. Di conseguenza, i rendimenti nei successivi 12 mesi tendono a essere positivi, poiché anche piccole sorprese al rialzo spingono i prezzi verso l’alto.

Paolo Cardenà

12 Dec, 14:47


Dopo il crollo del mercato azionario nel 2008, l’indice S&P 500 è riuscito a recuperare quasi tutte le perdite subite entro circa 1.500 giorni dal massimo precedente alla crisi. Al contrario, le obbligazioni americane a lunga scadenza, rappresentate dall’ETF Vanguard con una duration di circa 25 anni, a oltre 1.500 giorni dal loro massimo risultano ancora in calo di oltre il 51%. Ne ho parlato qui: https://paolocardena.com/drawdown-delle-obbligazioni-governative-statunitensi-a-lunga-scadenza-e-delle-azioni-in-ambienti-estremi/

Paolo Cardenà

11 Dec, 14:04


A novembre, i prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati al livello più alto degli ultimi sette mesi , ma è improbabile che ciò scoraggi la Federal Reserve a tagliare i tassi di interesse per la terza volta.
L'indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,3% il mese scorso, l’aumento maggiore da aprile dopo essere avanzato dello 0,2% per quattro mesi consecutivi. Nel frattempo, come vedete dalla tabella, le probabilità che la FED tagli (25bp) i tassi la prossima settimana sono superiori al 96%

Paolo Cardenà

11 Dec, 10:28


Dec 11 (Reuters) - China's top leaders and policymakers are considering allowing the yuan to weaken in 2025 as they brace for higher U.S. trade tariffs as Donald Trump returns to the White House.
The contemplated move reflects China's recognition that it needs bigger economic stimulus to combat Trump's threats of punitive trade measures, people with knowledge of the matter said.
Trump has said he plans to impose a 10% universal import tariff, and a 60% tariff on Chinese imports into the United States.
Letting the yuan CNY=CFXS, CNH= depreciate could make Chinese exports cheaper, blunting the impact of tariffs, and creating looser monetary settings in mainland China.
Reuters spoke to three people who have knowledge of the discussions about letting the yuan depreciate but requested anonymity because they are not authorized to speak publicly about the matter.

Paolo Cardenà

11 Dec, 10:26


***Chinese authorities are considering a weaker yuan as Trump trade risks loom, sources say - Reuters

Paolo Cardenà

10 Dec, 17:30


Segue da commento precedente. Al netto di quanto detto sopra, durante le ultime crisi i CDS di questi paesi sono arrivati a livelli ben più alti e nessuno ha fatto default. Penso che l'evoluzione che ha avuto la BCE nell'ultimo decennio, in termini di approccio e di gestione della politica monetaria, abbia cambiato sensibilmente lo scenario di riferimento e anche la metrica dei rischi associati alla detenzione del debito dei paesi più vulnerabili. Basti pensare a come si è evoluta la politica monetaria della BCE sotto la presidenza di Mario Draghi, che è addirittura arrivata a mettere in atto un poderoso e prolungato QE sui debiti sovrani della zona euro. Oppure basti pensare all’indomani dello scoppio della pandemia, quando la politica monetaria progredì ancora una volta, attraverso il PEPP, con il quale la BCE ha acquistò titoli di Stato dei Paesi europei deviando dalla logica del capital key vigente fino a quel momento. La BCE nel corso del tempo ha subìto una vera e propria rivoluzione copernicana che le ha consentito di attenuare la vulnerabilità strutturale delle moneta unica in assenza di una vera e propria architettura fiscale europea. Al tempo stesso la BCE ha reso (ancora) solvibili paesi che altrimenti sarebbero falliti. E' sufficiente quello che è stato fatto per arginare le crisi future? E’ difficile da dire, ma indubbiamente oggi la Banca centrale europea è più attrezzata, rispetto al passato, per dirimere le future crisi che dovessero presentarsi.

Paolo Cardenà

10 Dec, 17:27


Mentre i Credit Default Swap di Grecia e Italia si muovono ormai insieme, vale la pena osservare che i CDS della Francia hanno superato quelli di Spagna e Portogallo, e questa è una notizia. Che tuttavia è destinata a rimanere tale, posto il fatto che la Francia non fallirà, almeno nel futuro immaginabile. In Francia sono abituati a tagliare le teste, ma non a tagliarsi le palle :-) .

Paolo Cardenà

10 Dec, 16:55


Il grafico mostra la scomposizione dei rendimenti totali da inizio anno (YTD) per diverse aree geografiche, evidenziando il contributo specifico delle tre componenti principali: utili aziendali (guadagni), espansione dei multipli (valutazione) e dividendi. Questa rappresentazione consente di comprendere come ciascun fattore abbia influenzato sui rendimenti totali nelle principali regioni economiche, quali Stati Uniti, Cina, Giappone, area Euro, mercati emergenti, e Regno Unito, nonché a livello globale. I punti blu indicano il rendimento totale per ciascuna area, consentendo un confronto immediato tra le diverse dinamiche che hanno guidato le performance.

Paolo Cardenà

10 Dec, 14:19


Secondo quanto riportato dal National Federation of Independent Business (NFIB) l'Indice dell'ottimismo delle piccole imprese americane è balzato di oltre 7 punti, a 101.7 punti. Se si esclude il rimbalzo post covid, una mossa di dimensioni simili dimensioni l'abbiamo vista in occasione della prima elezione di Trump alla Casa Bianca, nel 2016.

Paolo Cardenà

22 Nov, 13:49


La dedollarizzazione è così evidente e irreversibile al punto che è l’euro a crollare, mentre il dollaro si rafforza 😅😅😅

Paolo Cardenà

17 Nov, 20:13


Il grafico di seguito riportato mostra la performance dell’indice S&P 500 nel 2024, scomposta nei contributi dati dagli utili per azione e dai multipli di valutazione (P/E)
Continua a leggere qui: https://paolocardena.com/scomposizione-della-performance-dellindice-sp-500/

Paolo Cardenà

16 Nov, 09:55


Le valutazioni dei mercati azionari mondiali
👇👇👇👇👇
https://paolocardena.com/le-valutazioni-dei-mercati-azionari-mondiali/

Paolo Cardenà

15 Nov, 19:59


Buonasera a tutti! E’ un pezzetto che non ci si legge, ma spero di trovarvi bene! Dati gli eventi degli ultimi tempi, penso che questo grafico possa aiutare a comprendere cosa sta incidendo sul rialzo dei rendimenti. La spiegazione potete trovarla qui: https://paolocardena.com/limpatto-delle-elezioni-americane-sulle-aspettative-di-inflazione-e-sui-rendimenti-a-lungo-termine/

Paolo Cardenà

21 Mar, 08:09


Bernanke (2008): Il QE è temporaneo e il bilancio della Fed sarà presto inferiore rispetto a quando abbiamo iniziato.

Powell (2024): È opportuno rallentare il ritmo del QT abbastanza presto.

Paolo Cardenà

06 Mar, 13:53


FED'S CHAIRMAN POWELL: WE DO NOT EXPECT IT WILL BE APPROPRIATE TO REDUCE POLICY RATE UNTIL WE HAVE GREATER CONFIDENCE IN INFLATION MOVING SUSTAINABLY TOWARD 2%

Paolo Cardenà

03 Mar, 17:11


Sempre Bank Of America sulla correlazione esistente tra ritorni e valutazioni che spiegano l’80% dei rendimenti di lungo periodo (10 anni)

Paolo Cardenà

02 Mar, 14:41


I ritorni attesi dalle azioni americane (s&p 500) nei prossimi 10 anni, secondo Bank of America

Paolo Cardenà

28 Feb, 16:22


Gli spread sul credito USA, Investment grade e high yield

Paolo Cardenà

23 Feb, 21:38


Questo è il grafico originario. Chiaramente Nvidia potrebbe crollare anche domani mattina, ma di certo questo evento non sarebbe determinato dal grafico che vedete

Paolo Cardenà

23 Feb, 21:34


Buonasera a tutti.
questa mattina mi è stato sottoposto il  grafico che vedete  a sinistra pubblicato dal Financial Time (qui l'ho riprodotto), che sembra voler paragonare la performance di Nvidia degli ultimi 4 anni (dal 2020 al 2024) con quella di Cisco System alla fine degli anni '90, come a voler suggerire che NVDIA potrebbe subire  la stessa sorte subita da Cisco con lo scoppio della bolla tecnologia. Al netto del fatto che, tra le altre cose (che ometto) ha poco senso confrontare prezzi di due asset che hanno grandezze del tutto diverse (andrebbero quantomeno ribasati ad una grandezza uniforme), ho pensato di produrre  anche il grafico che vedete a destra, prendendo le stesse azioni,  ma considerando Cisco dal 1990 fino al 1994. Come vedete i due grafici non sono troppo dissimili e non vi è alcun motivo per basare le scelte di investimento considerando un grafico piuttosto che l'altro. Tuttavia, verso la fine del '94 Cisco valeva circa 2.3 dollari e sarebbe salita fino a 80 USD alla fine del decennio.

Paolo Cardenà

11 Feb, 08:33


Altre prove evidenti di dedollarizzazione in corso🤡, con il dollaro che viene utilizzato in oltre il 48% delle transazioni internazionali, il livello più alto da oltre un decennio.

Paolo Cardenà

10 Feb, 22:58


Per ricordare il (buon) senso della diversificazione

Paolo Cardenà

10 Feb, 22:53


La transizione energetica è quella cosa che si fa in Occidente importando beni dalla Cina che li produce triplicando l’energia prodotta utilizzando il carbone. Finirà benissimo 🤡🤡🤡

Paolo Cardenà

30 Jan, 22:01


I maggiori detentori esteri di Treasury americani sono la Cina e il Giappone.
Nel 2020, mi sembra nei primi giorni di agosto, il rendimento del decennale americano era poco superiore a 0.5%. Poi è ripartita l'inflazione, raggiungendo livelli che non si vedevano da oltre 4 decenni. La risposta della FED è stata molto feroce: a marzo del 2022 ha avviato una rapida stretta monetaria che, in meno di un anno e mezzo, ha portato i  FED Funds da zero al 5.50%.  Nel frattempo gli Stati Uniti hanno continuato a spendere soldi come se non ci fosse un domani, aumentando quindi l'offerta di titoli del tesoro. Pensate che nel 2023 gli Stati Uniti, con un crescita economica intorno al 2.5%,  hanno fatto circa l'8% di deficit che in genere è un livello che si raggiunge in epoche con recessioni severe. Non solo, la FED ha intrapreso anche la riduzione del bilancio al ritmo di 90 miliardi di dollari al mese esacerbando così l'offerta di titoli del tesoro. Nel frattempo la Cina e il Giappone, da metà/fine 2021, hanno venduto oltre 500 miliardi di euro di titoli del tesoro USA, e l'interesse del Giappone, un tempo grande acquirente di debito americano, è pressoché evaporato per via del fatto che per loro, acquistare titoli USA, significa perdere soldi per via degli elevati costi di copertura che restituiscono un rendimento negativo. Per di più il debito americano ora subisce anche la concorrenza degli allettanti rendimenti che gli europei trovano nel debito dell'eurozona, dopo quasi un decennio di rendimenti negativi. Poi é arrivato anche il taglio del rating da parte di Fitch che ha declassato il merito creditizio USA ad AA+ da AAA.
Se ci pensate, il debito americano ha dovuto affrontare parecchi venti contrari e contrariamente a quanto paventato da molti profeti di sventura, con un rendimento del 4% sul decennale (in autunno era arrivato al 5%) non mi sembra che il treasury USA ne esca così malconcio. Anzi….

Paolo Cardenà

28 Jan, 21:47


Anche la Cina ha avuto il suo decennio perso, che diventa quasi un ventennio se si considera l'indice MSCI China. 
E questo dovrebbe imporre qualche riflessione. Tipo quanto dovrebbe essere lungo il lungo termine per investire sui mercati. E la risposta è: dipende! Ma  una mano a scoprirlo  può darcela il mercato verso il quale orientiamo la nostra attenzione ( e i nostri capitali) e, senz'altro e forse soprattutto, la statistica.
L'altra riflessione da fare dovrebbe portarci ad analizzare (magari, tempo permettendo, lo farò con un post dedicato) quanto accaduto in Cina nell'ultimo decennio e, soprattutto, negli ultimi 5/6 anni e chiedersi fino a che punto si siano deteriorate quelle caratteristiche di investibilità richieste dai capitali per essere allocati.

Paolo Cardenà

28 Jan, 21:07


Sempre riguardo all'occupazione americana, è utile segnalare che attualmente questo parametro sta avendo più o meno la stessa traiettoria che ha mediamente avuto dopo ogni  inversione della curva dei rendimenti fin dalla fine degli anni '60. Infatti nel grafico ho tracciato la dinamica dell'occupazione dopo ogni inversione della curva dei rendimenti che, come noto, è sempre stato un indicatore affidabile nel segnalare le recessioni.
Sebbene quella attuale sia una delle inversioni più lunghe e persistenti che si sono verificate, vale la pena notare che nel 1978 l'occupazione iniziò a deteriorarsi dopo 16 mesi dall'inversione, e nel 2000 dopo il 17 mesi. Il che non vuol dire affatto che questa volta non possa deteriorarsi in tempi ancor più dilatati; ma la disinversione della curva dei rendimenti (cioè una curva che torna positiva) accompagnata dalla tenuta dell'occupazione sarebbero condizioni necessarie per demolire il potere previsionale di questo indicatore e di altri che hanno funzionato nel 100% dei casi

Paolo Cardenà

28 Jan, 20:33


(Segue da post precedente) Tuttavia Morgan Stanley segnala che la regola di Sahm si è attivata nel 38% degli Stati americani.

Paolo Cardenà

28 Jan, 20:31


Come ho scritto più volte, un indicatore che, storicamente, ha segnalato sempre con precisione l'inizio della recessione, senza alcun falso positivo, è dato dalla regola si Sahm.
Ricordo che, secondo questa  regola,  la recessione inizia quando la media mobile a tre mesi del tasso di disoccupazione aumenta di 0,50 punti percentuali o più rispetto al minimo  della  media mobile a tre mesi nei 12 mesi precedenti. Attualmente l'aumento rispetto al minimo è di 0.23% ed è improbabile che il segnale di recessione venga attivato con la prossima uscita dei dati sulla disoccupazione, anche perché i dati sulle richieste di disoccupazione, che vengono rilasciati settimanalmente, non suggeriscono una eventualità del genere.

Paolo Cardenà

28 Jan, 13:33


Bel grafico dove si evidenza come, dalla grande depressione degli anni ‘30, le recessioni sono diventate meno frequenti e più brevi

Paolo Cardenà

27 Jan, 11:15


Mentre il PIL degli Stati Uniti continua a sorprendere al rialzo e gli ultimi dati macro usciti sembrano suggerire un miglioramento dell'attività economica, nel grafico ho riportato  la performance dell'indice S&P 500 dopo la fine degli ultimi 6 cicli di rialzo dei tassi. Nella legenda, per ciascun anno riportato, ho inserito il P/E forward delle azioni americane nel punto zero (cioè alla fine dei cicli di rialzo dei tassi). La linea nera tratteggiata si riferisce all'unico caso di soft landing (1995) dell'economia americana. La linea rossa è la situazione attuale, con l'indice S&P 500 che sale del 7% dall'ultimo aumento dei tassi 

Paolo Cardenà

21 Jan, 21:39


Le valutazioni dei settori dell’indice MSCI World.
La banda blu rappresenta l’oscillazione delle valutazioni negli ultimi 10 anni, la linea celeste indica la media a 15 anni, mentre la linea marrone chiaro la valutazione attuale. Il punto verde indica la valutazione 3 mesi indietro, il rosso un anno indietro e il fucsia 5 anni indietro.