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Paolo Cardenà

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Paolo Cardenà

22 Nov, 13:49


La dedollarizzazione è così evidente e irreversibile al punto che è l’euro a crollare, mentre il dollaro si rafforza 😅😅😅

Paolo Cardenà

17 Nov, 20:13


Il grafico di seguito riportato mostra la performance dell’indice S&P 500 nel 2024, scomposta nei contributi dati dagli utili per azione e dai multipli di valutazione (P/E)
Continua a leggere qui: https://paolocardena.com/scomposizione-della-performance-dellindice-sp-500/

Paolo Cardenà

16 Nov, 09:55


Le valutazioni dei mercati azionari mondiali
👇👇👇👇👇
https://paolocardena.com/le-valutazioni-dei-mercati-azionari-mondiali/

Paolo Cardenà

15 Nov, 19:59


Buonasera a tutti! E’ un pezzetto che non ci si legge, ma spero di trovarvi bene! Dati gli eventi degli ultimi tempi, penso che questo grafico possa aiutare a comprendere cosa sta incidendo sul rialzo dei rendimenti. La spiegazione potete trovarla qui: https://paolocardena.com/limpatto-delle-elezioni-americane-sulle-aspettative-di-inflazione-e-sui-rendimenti-a-lungo-termine/

Paolo Cardenà

21 Mar, 08:09


Bernanke (2008): Il QE è temporaneo e il bilancio della Fed sarà presto inferiore rispetto a quando abbiamo iniziato.

Powell (2024): È opportuno rallentare il ritmo del QT abbastanza presto.

Paolo Cardenà

06 Mar, 13:53


FED'S CHAIRMAN POWELL: WE DO NOT EXPECT IT WILL BE APPROPRIATE TO REDUCE POLICY RATE UNTIL WE HAVE GREATER CONFIDENCE IN INFLATION MOVING SUSTAINABLY TOWARD 2%

Paolo Cardenà

03 Mar, 17:11


Sempre Bank Of America sulla correlazione esistente tra ritorni e valutazioni che spiegano l’80% dei rendimenti di lungo periodo (10 anni)

Paolo Cardenà

02 Mar, 14:41


I ritorni attesi dalle azioni americane (s&p 500) nei prossimi 10 anni, secondo Bank of America

Paolo Cardenà

28 Feb, 16:22


Gli spread sul credito USA, Investment grade e high yield

Paolo Cardenà

23 Feb, 21:38


Questo è il grafico originario. Chiaramente Nvidia potrebbe crollare anche domani mattina, ma di certo questo evento non sarebbe determinato dal grafico che vedete

Paolo Cardenà

23 Feb, 21:34


Buonasera a tutti.
questa mattina mi è stato sottoposto il  grafico che vedete  a sinistra pubblicato dal Financial Time (qui l'ho riprodotto), che sembra voler paragonare la performance di Nvidia degli ultimi 4 anni (dal 2020 al 2024) con quella di Cisco System alla fine degli anni '90, come a voler suggerire che NVDIA potrebbe subire  la stessa sorte subita da Cisco con lo scoppio della bolla tecnologia. Al netto del fatto che, tra le altre cose (che ometto) ha poco senso confrontare prezzi di due asset che hanno grandezze del tutto diverse (andrebbero quantomeno ribasati ad una grandezza uniforme), ho pensato di produrre  anche il grafico che vedete a destra, prendendo le stesse azioni,  ma considerando Cisco dal 1990 fino al 1994. Come vedete i due grafici non sono troppo dissimili e non vi è alcun motivo per basare le scelte di investimento considerando un grafico piuttosto che l'altro. Tuttavia, verso la fine del '94 Cisco valeva circa 2.3 dollari e sarebbe salita fino a 80 USD alla fine del decennio.

Paolo Cardenà

11 Feb, 08:33


Altre prove evidenti di dedollarizzazione in corso🤡, con il dollaro che viene utilizzato in oltre il 48% delle transazioni internazionali, il livello più alto da oltre un decennio.

Paolo Cardenà

10 Feb, 22:58


Per ricordare il (buon) senso della diversificazione

Paolo Cardenà

10 Feb, 22:53


La transizione energetica è quella cosa che si fa in Occidente importando beni dalla Cina che li produce triplicando l’energia prodotta utilizzando il carbone. Finirà benissimo 🤡🤡🤡

Paolo Cardenà

30 Jan, 22:01


I maggiori detentori esteri di Treasury americani sono la Cina e il Giappone.
Nel 2020, mi sembra nei primi giorni di agosto, il rendimento del decennale americano era poco superiore a 0.5%. Poi è ripartita l'inflazione, raggiungendo livelli che non si vedevano da oltre 4 decenni. La risposta della FED è stata molto feroce: a marzo del 2022 ha avviato una rapida stretta monetaria che, in meno di un anno e mezzo, ha portato i  FED Funds da zero al 5.50%.  Nel frattempo gli Stati Uniti hanno continuato a spendere soldi come se non ci fosse un domani, aumentando quindi l'offerta di titoli del tesoro. Pensate che nel 2023 gli Stati Uniti, con un crescita economica intorno al 2.5%,  hanno fatto circa l'8% di deficit che in genere è un livello che si raggiunge in epoche con recessioni severe. Non solo, la FED ha intrapreso anche la riduzione del bilancio al ritmo di 90 miliardi di dollari al mese esacerbando così l'offerta di titoli del tesoro. Nel frattempo la Cina e il Giappone, da metà/fine 2021, hanno venduto oltre 500 miliardi di euro di titoli del tesoro USA, e l'interesse del Giappone, un tempo grande acquirente di debito americano, è pressoché evaporato per via del fatto che per loro, acquistare titoli USA, significa perdere soldi per via degli elevati costi di copertura che restituiscono un rendimento negativo. Per di più il debito americano ora subisce anche la concorrenza degli allettanti rendimenti che gli europei trovano nel debito dell'eurozona, dopo quasi un decennio di rendimenti negativi. Poi é arrivato anche il taglio del rating da parte di Fitch che ha declassato il merito creditizio USA ad AA+ da AAA.
Se ci pensate, il debito americano ha dovuto affrontare parecchi venti contrari e contrariamente a quanto paventato da molti profeti di sventura, con un rendimento del 4% sul decennale (in autunno era arrivato al 5%) non mi sembra che il treasury USA ne esca così malconcio. Anzi….

Paolo Cardenà

28 Jan, 21:47


Anche la Cina ha avuto il suo decennio perso, che diventa quasi un ventennio se si considera l'indice MSCI China. 
E questo dovrebbe imporre qualche riflessione. Tipo quanto dovrebbe essere lungo il lungo termine per investire sui mercati. E la risposta è: dipende! Ma  una mano a scoprirlo  può darcela il mercato verso il quale orientiamo la nostra attenzione ( e i nostri capitali) e, senz'altro e forse soprattutto, la statistica.
L'altra riflessione da fare dovrebbe portarci ad analizzare (magari, tempo permettendo, lo farò con un post dedicato) quanto accaduto in Cina nell'ultimo decennio e, soprattutto, negli ultimi 5/6 anni e chiedersi fino a che punto si siano deteriorate quelle caratteristiche di investibilità richieste dai capitali per essere allocati.

Paolo Cardenà

28 Jan, 21:07


Sempre riguardo all'occupazione americana, è utile segnalare che attualmente questo parametro sta avendo più o meno la stessa traiettoria che ha mediamente avuto dopo ogni  inversione della curva dei rendimenti fin dalla fine degli anni '60. Infatti nel grafico ho tracciato la dinamica dell'occupazione dopo ogni inversione della curva dei rendimenti che, come noto, è sempre stato un indicatore affidabile nel segnalare le recessioni.
Sebbene quella attuale sia una delle inversioni più lunghe e persistenti che si sono verificate, vale la pena notare che nel 1978 l'occupazione iniziò a deteriorarsi dopo 16 mesi dall'inversione, e nel 2000 dopo il 17 mesi. Il che non vuol dire affatto che questa volta non possa deteriorarsi in tempi ancor più dilatati; ma la disinversione della curva dei rendimenti (cioè una curva che torna positiva) accompagnata dalla tenuta dell'occupazione sarebbero condizioni necessarie per demolire il potere previsionale di questo indicatore e di altri che hanno funzionato nel 100% dei casi

Paolo Cardenà

28 Jan, 20:33


(Segue da post precedente) Tuttavia Morgan Stanley segnala che la regola di Sahm si è attivata nel 38% degli Stati americani.