(segue dal post precedente)
Sulla stabilizzazioni le idee sono poche e a volte contrastanti. Sonia, ad esempio, ammette di non avere idea di come sarà la procedura di stabilizzazione. C'è chi, come Teresa spera che avvenga attraverso una valutazione dei titoli, mentre altri, come Stefania del distretto di Palermo, ritengono che sarebbe più giusto misurarla sulle performance del singolo Addetto, altrimenti "è l'ennesima occasione in cui ti portano a spendere soldi per qualcosa di fasullo". Margherita, che lavora a Roma, considererebbe molto scorretto sbarazzarsi dei precari dopo che sono stati raggiunti gli obiettivi, ma precisa: "E' giusto dare la precedenza a quelli del primo scaglione".
E se gli Addetti si interrogano sulle modalità della procedura di stabilizzazione, altri ragionano sui numeri. E' il caso delle altre professionalità del PNRR, che di fronte agli AUPP tendono a passare in secondo piano. Alessandra, Tecnico di amministrazione del distretto di Palermo, chiarisce che "i tribunali non hanno bisogno solo di AUPP, ma di funzionari giudiziari e assistenti". D'altra parte - continua - "gli obiettivi di digitalizzazione sono stati raggiunti a livello nazionale e anche nel nostro distretto". Giuditta, Data entry che lavora in Sardegna, si dice molto scettica sulla stabilizzazione della sua "categoria", poiché "i numeri sono molto bassi" per i Data entry.
E se su questi temi speranze e idee divergono anche radicalmente, sulla "giornata tipo dell'Addetto" c'è abbastanza uniformità: le attività sono tante, a seconda delle esigenze. "Insomma, quello che c'è da fare faccio", dice Stella del distretto di Milano, che aggiunge: "Copro di tutto". Margherita di Roma fa una elencazione molto precisa: faccio "attività di cancelleria, segretariato d'udienza, attività pre giurisdizionale (redazione di decreti monocratici)". Anche Marta del distretto di Venezia conferma che "non c'è una giornata tipo": "Io faccio di tutto: lavoro per la cancelleria, scansiono documenti, apro la posta cartacea" e "mi fermo più delle canoniche 6/9 ore".
Insomma, Funzionari tutto fare, anche al di là di quello che il proprio ruolo imporrebbe.
E se tutti fanno tutto, magari è anche per questo che, in alcuni contesti, "c'è un clima disteso tra le varie professionalità", ci riporta Margherita di Roma, contestando così il ritratto che vede gli Addetti in tensione con le altre figure. Anche per Marta "i rapporti dipendono dalle persone". Non si vede, quindi, un astio preconcetto verso gli AUPP.
Insomma, quale che sia il futuro dei precari della Giustizia, di una cosa siamo certi: il ruolo delle figure PNRR continua a mescolare le carte in tavola e a generare dibattito. Il che non è per forza qualcosa di negativo. Piuttosto potrebbe essere un'opportunità per il Ministero della Giustizia di ripensare se stesso, anche alla luce della novità - a volte dirompente - rappresentata da un cambiamento che per troppo tempo è mancato nella Pubblica amministrazione.