I recenti kolossal storici hollywoodiani non si ispirano a segmenti della storia romana alti politicamente e culturalmente, non si ispirano agli Antonini e all'età d'oro, ma - al contrario - costruiscono vicende fantastiche ambientate durante l'Impero di figure devianti o marginali che non incarnano lo spirito della civiltà romana. "Il gladiatore" era ambientato ai tempi di Commodo (su cui pesò la damnatio memoriae), il suo proseguimento è ambientato 16 anni dopo la morte di Marco Aurelio, al tempo dei figli di Settimio Severo - Caracalla e Geta - e di Macrino. Queste due grandi produzioni si concentrano sui periodi di un impero romano già avviato verso la crisi e le cui figure di principe - anche nelle loro vite private - incarnano il concetto di decadenza. Marguerite Yourcenar fa dire ad Adriano, uno dei più grandi imperatori, adottato dall'optimus princeps Traiano: "Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado, vedo venire. Ho ricostruito molto, e ricostruire significa collaborare con il tempo, nel suo aspetto di "passato", coglierne lo spirito o modificarlo, protenderlo quasi verso un più lungo avvenire; significa scoprire sotto le pietre il segreto delle sorgenti".
Ma all'industria hollywoodiana non importa nulla della rappresentazione di un mondo ideale: Hollywood deve vendere l'idea che le perversioni, le devianze, il disordine sessuale siano connaturati agli esseri umani, anche in una civiltà così sviluppata - sebbene antica - come quella romana. Deve vendere l'idea che lo spettacolo sia una condizione permanente anche nelle società preindustriali. Hollywood rinuncia alla trasposizione cinematografica di un'opera letteraria femminile ("Memorie di Adriano") abiurando all'empowerment femminile pur di focalizzarsi sull'infimo dell'impero.
L'industria del cinema aveva a disposizione molte figure di principi e imperatori, ma ha scelto Commodo, Caracalla, Geta e Macrino. Il prossimo - c'è da scommetterci - sarà Eliogabalo.
#storiaromana
#Adriano
#traiano
#difenderechisiamo
#claudiaplacanica
Ma all'industria hollywoodiana non importa nulla della rappresentazione di un mondo ideale: Hollywood deve vendere l'idea che le perversioni, le devianze, il disordine sessuale siano connaturati agli esseri umani, anche in una civiltà così sviluppata - sebbene antica - come quella romana. Deve vendere l'idea che lo spettacolo sia una condizione permanente anche nelle società preindustriali. Hollywood rinuncia alla trasposizione cinematografica di un'opera letteraria femminile ("Memorie di Adriano") abiurando all'empowerment femminile pur di focalizzarsi sull'infimo dell'impero.
L'industria del cinema aveva a disposizione molte figure di principi e imperatori, ma ha scelto Commodo, Caracalla, Geta e Macrino. Il prossimo - c'è da scommetterci - sarà Eliogabalo.
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