Un film già visto
Romania, Moldova, Georgia.
Tutte accomunate da un unico destino: subire la violenta pressione del blocco atlantico, affinché i relativi governi non vadano ad allinearsi su politiche e posizioni filo russe.
La Comunità Europea, avamposto degli States, è lì a ricordarglielo ogni 3x2. E laddove non basti la diplomazia, la rivoluzione colorata è pronta per essere servita. Anzi, fomentata.
Perché il voto popolare non conta più un cazzo: qualora non gradito, il risultato delle elezioni viene sistematicamente disconosciuto, procedendo alla sempreverde accusa di brogli e pagando figuranti ad hoc che scendano in piazza per mettere a ferro e fuoco le strade.
Comodo, no? È la democrazia 2.0, o a fasi alterne: funziona solo quando l'esito della consultazione popolare, qualunque esso sia, giova al disegno dei padroni del discorso. In caso contrario, ogni sassolino nella scarpa viene levato con metodi violenti. Ma sempre per il bene comune e in nome dei valori democratici occidentali, sia inteso chiaramente.
Non è una trama che ricorda da vicino quella della famigerata Maidan ucraina? Perché la traiettoria prefigurata dagli attuali eventi è esattamente quella. La posizione strategica, come Stati prossimi al confine con il gigante russo, idem. Le modalità di svolgimento di elezioni, accuse, proteste, scontri con le forze dell'ordine: tutto uguale a quanto accaduto in Ucraina nella seconda decade degli anni 2000.
E come stia l’Ucraina oggi lo vediamo tutti: ad usare termini quali sfacelo, tracollo, devastazione, implosione, distruzione non si sbaglia di certo. Con il non trascurabile dettaglio che pure le votazioni sono andate in letargo a tempo indefinito: il nano sniffolo, pittoresca comparsa messa lì apposta per eseguire ordini in cambio di contanti e polvere bianca, continua a sedere sul suo scranno senza che nessuno dei tanto democratici alleati abbia niente da dire, nonostante il suo mandato sia abbondantemente scaduto.
Sarà forse perché lui conta meno di zero ed è lì esclusivamente per dare un volto alle politiche Nato?
Già. E si vuole la stessa cosa per Romania, Moldova, Georgia. Non è ammessa alcuna virata dalla linea prescelta dai padroni, quantunque il popolo abbia espresso un volere ben preciso mostrando di averne i coglioni pieni di tutto ciò che riconduce alle politiche seguite dai criminali al potere nel disastrato blocco occidentale.
Evidentemente il suicidio di USA ed Europa deve necessariamente passare anche attraverso quei tre Paesi, che possono essere degli ottimi grimaldelli aggiunti a quello ucraino nella contesa con la Russia.
2 milioni e mezzo di abitanti per la sola Moldova. Quasi 4 in Georgia. 19 per la Romania.
Abbiamo un totale di più o meno 25 milioni di teste che possono essere mandate al macello, in una progressione verso il grande reset che continua a mirare innanzitutto alle popolazioni slave, ma che è pronta ad estendersi a tutto il vecchio continente, Russia compresa.
Al solito, sembra che il prevedibile risultato vada a coincidere in modo alquanto singolare, se non sospetto, con i desiderata di Davos.
Qualcuno continua ancora a credere sul serio all'inganno chiamato "democrazia"?
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