In questo periodo, nelle siepi e nei boschi si sentono cantare le motoseghe. E’ il periodo giusto per rifornirsi di legna che sarà pronta da ardere tra un paio di anni.
Parte delle piante abbattute, la frazione migliore, potrà anche servire come legna da opera (pali, manici, tavole per lavori edili o di arredamento...) Esiste però un’altra parte, la peggiore dal punto di vista qualitativo, che non potrà avere nessuno di questi due utilizzi. Si tratta di parti di pianta marcite, malate, intaccate dagli animali xilofagi, fuori misura o dalle forme contorte, nodose e inservibili. Tradizionalmente questi scarti servono per il panevin che si appicca la notte tra il 5 ed il 6 gennaio (ne riparleremo). Ma esistono altre strategie fantastiche per il suo utilizzo in agricoltura naturale.
La più nota è forse la tecnica dell’hügelkultur, un metodo tedesco di far marcire legna sotto l'orto. Questa tecnica tradizionale, diffusa in Germania ma anche in buona parte dell'Europa dell'Est, consiste nel creare aiuole rialzate utilizzando tronchi e rami di legno in decomposizione come base per il giardino. La decomposizione del legno fornisce nutrienti al suolo e migliora la ritenzione idrica, favorendo la crescita delle piante. In questo modo, oltre al miglioramento della fertilità del suolo si ottiene anche una maggiore ritenzione idrica, riducendo quindi la necessità di irrigazione, creando in più un microclima estremamente favorevole per le piante.
L’hügelkultur tradizionalmente si ottiene ammassando legna e coprendo il tutto con compost e terra, creando in questo modo una sorta di montagnola (riguardo l’importanza di avere più livelli e diverse gravità nell’orto vi rimando al corso di orto base, dove ne parlo a sufficienza). Esiste però anche un metodo alternativo, forse più laborioso ma più consono alla nostra tradizione, dove la legna viene interrata ad almeno mezzo metro sotto terra e poi ricoperta con terra, così da formarsi una più consueta aiuola (anche detta gombina, culiera, vanesa ecc. ecc.) Allego foto di entrambe le versioni.
Se però i vostri scarti non sono sufficienti a realizzare questa opera, che poi durerà per almeno 7 anni senza bisogno di alcuna manutenzione, nutrimento o lavorazione del terreno né irrigazione… dicevo se non avete biomassa sufficiente, ci sono almeno due altre utilissime opzioni.
La prima è di approntare piccoli ammassi di ramaglie e tronchetti all’aperto, nei pressi della siepe o dell’orto, dove troveranno subito riparo e si annideranno bombi, ricci, rospi e decine di altri insetti utili (ma anche meno utili, non importa, è sempre biodiversità), la seconda è di abbandonare all’aperto, preferibilmente in una zona ombrosa e umida, grossi pezzi di tronchi solitari, che saranno presto aggrediti da quantità di animaletti xilofagi, larve, lombrichi che con il tempo lo demoliranno, ma nel frattempo innescheranno un eccellente processo di biodiversità fondamentale per la salute dell’orto, del prato della siepe e dell’ambiente in generale (allego foto di un tronco abbandonato da un anno nel mio microboschetto di circa 400 mq. dove vive felice una popolosa colonia di lombrichi…)
Come sempre, come è giusto, in Natura tutto ha un enorme utilità.
Interessante vero?