SGUARDI E MOVIMENTI
Ieri, al gazebo del Comitato Ascoltami che ho portato a Coggiola (BI), tanti incontri e tanti sguardi.
Quanto possono dire gli sguardi? Dopo parecchie presenze sul territorio ho imparato a leggerli, anche se non sono accompagnati dalle parole.
Sguardi desolati, occhi arrossati, di persone in difficoltà. Prima sane e ora bisognose di cure e di assistenza.
Sguardi intensi, carichi di consapevolezza e di rabbia, di mogli rimaste vedove di uomini morti di ‘malore improvviso’.
Sguardi di approvazione e di sostegno, a volte accompagnati da un: ‘Complimenti, non mollate!’.
E movimenti che parlano da sè.
Persone che, arrivando nelle vicinanze del gazebo, comprendono l’argomento trattato e passano oltre rapidamente, tenendosi il più lontano possibile, quasi sfiorando le case di fronte. Ma intanto lanciano occhiate furtive che dicono: ‘Non voglio sapere nulla!’.
Gruppi, spesso di appartenenti a forze dell’ordine o volontari del soccorso, che sembra non ti abbiano visto, chiaccherano tra di loro. Ma almeno uno tra tutti volge lo sguardo, rapido e fuggente. Sembra quasi che non voglia farsi vedere dagli altri.
O, come è capitato anche ieri, passano una prima volta e guardano i cartelli da distante. Comprendi che hanno bisogno di parlare ma li vedi allontanarsi e sai già che, facilmente, torneranno. E così, dopo un po' ripassano, vengono vicino e ti raccontano storie terribili. Hanno creduto di morire, hanno patito dolori, bruciori, vertigini e tachicardie importanti. Hanno vomitato l’anima e hanno perso il sonno per tanto, tanto tempo.
E sono spaventati perché temono di ricadere nell’incubo che hanno passato e che a volte fa ancora capolino.
Ieri ho parlato a lungo con un giovane, devo dire educato, che lavora in campo farmaceutico e che, in sostanza, mi ha detto:
Che è comunque tutto da dimostrare.
Che gli studi, pur se pubblicati su riviste scientifiche prestigiose, possono essere stati presentati in modo da sostenere le nostre tesi.
Che la vaccinazione è stata la migliore soluzione in epoca di emergenza e che il rapporto rischio-beneficio rimane a favore del beneficio.
E che, cosa davvero incredibile da ascoltare, non c’è stato confronto scientifico perché le nostre segnalazioni, unite alla paura ingiustificata diffusa su tutti i canali social, hanno precluso un dialogo tra le parti ( credo non servano i miei commenti su quest’ultima affermazione, sappiamo tutti molto bene come è andata! ).
Ormai ho strumenti e serenità per controbattere queste tesi e spero andrà a consultare gli studi pubblicati sul sito del CMSI, come gli ho suggerito.
Ma se io, che sono una miscroscopica formica, sotto un microscopico gazebo, in un piccolo paesino in una piccola valle, non ho avuto un attimo di tregua da quando sono arrivata a quando ho smontato tutto, quanto grande è questo oceano di disperazione?
Quanto male è stato fatto alle persone?
Arriverà il tempo in cui la Verità sarà sotto gli occhi di tutti?
Paola Fara