Tutti gli occhi puntati su Rafah: ci siamo lavati la coscienza grazie all’ennesimo appello. Per come la vedo io, a denti stretti e con tristezza, qualcuno 80 anni fa è stato attaccato per molto meno, qualcuno che in fondo si è ispirato agli stati confinanti per le manie coloniali e si è ispirato agli Stati Uniti per fantasiosi modi di reprimere il diverso- insomma, non si è inventato nulla- e noi, che ricordiamo siamo dalla parte sbagliata della storia, siamo costretti a mettere le fotine tra le stories sapendo di finire in shadowban perché per le strade ti menano e non ti danno spazi per essere ascoltati
Non posso fare a meno di notare i troppi punti in comune tra situazioni lontane nel tempo e nello spazio.
La situazione in Ucraina inizia con l’invasione di P?
In Pale con l’attacco di H?
Il Kovid nostrano con le prime infezioni a Codogno?
I discorsi del Donbass precedenti, dimenticate
Le angherie subite per 70 e passa avanti da chi quel territorio lo viveva, dimenticate
Morbillo e Lorenzin, bigpharma a Montecitorio, concetto di salute malattia medicina, dimenticato
Racconti quello che succede davvero tra kiev e Mosca? Provi a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tragedia a Gaza? Ti esponi per le storture delle RSA della raccolta dati tamponi e compagnia cantante?
Propagandi la colpa e la cattiveria di P, di H, degli sporchi novaks? Sei un vero profeta da ascoltare a tutte le frequenze
E quella, perché repetita iuvant, fa la differenza
Si diceva che a ripetere 1000 volte una bugia questa diventa verità, no?
È sempre la stessa storia: la linea narrativa da seguire è una, se ti discosti, ti allontani dal centro e te ne stai al margine, e non vieni preso sul serio.
Più ti avvicini al centro, più la tua parola sarà meno autentica e più sarai ascoltato e condiviso e accettato (uno dei motivi per cui non esiste più l’intellettuale, ad esempio)