Situa. Segnali nuovi, per la prima volta da trenta giorni a questa parte orientati a definire uno scenario futuro meno drammatico rispetto a quello attuale. Segnale numero uno: la Russia, in via ufficiale, ha affermato che ridurrà la sua attività militare nell'Ucraina settentrionale dopo progressi "significativi" registrati nei colloqui di pace a Istanbul. Segnale numero due: il Regno Unito registra "una certa riduzione" dei bombardamenti russi intorno a Kiev. Segnale numero tre: due alti funzionari statunitensi hanno affermato che la Russia sembra stia ritirando alcune forze da Kyiv e hanno definito il cambiamento nella strategia “importante”. Segnale numero quattro: il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha affermato che "l'obiettivo principale" di Mosca in Ucraina era la "liberazione" della regione del Donbas, e dunque non di tutta l'Ucraina. Segnale numero cinque: le borse europee credono alla pace (e sono salite molto) e contestualmente il prezzo del petrolio è sceso del 7 per cento (il prezzo sale quando c'è instabilità). In Italia, intanto, Draghi cerca di riportare ordine e fa una doppia mossa. Prima: colloquio con Conte (al termine del quale fa sapere che dire no all'aumento delle spese militari significa essere fuori dal governo). Secondo: colloqui con Mattarella (senso: il governo rischia). Cercasi un cessate al fuoco vero, in Ucraina, e cercasi un cessate il fuoco politico, a Roma.